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Nove giorni con la Triumph Speed Triple 1200 RR

Ho usato la tricilindrica inglese al posto della moto e dello scooter. Ci ho fatto la spesa, le passeggiate e le smanettate. Per scoprire una moto dal carattere unico, capace di regalare grandi emozioni. Inaspettatamente dolce se si viaggia in souplesse, si trasforma in una sportiva sfrontata e irriverente non appena la si lascia prendere la mano con il gas e si incontrano un po’ di curve

La prima volta che l’ho vista ho pensato che quelli di Hinckley avessero fatto una moto a dir poco strana. Due mezzi manubri e un piccolo cupolino per trasformare in Café Racer una delle naked più conturbanti mai esistite?!? Capisco che la Triumph è animata sempre da quella (benedetta) voglia di distinguersi dalla concorrenza con un prodotto diverso. E che tiene molto alla tradizione della moto inglese. Ma perché fare una moto che sembra modificata in garage dall’amico che sogna di andare all’Ace Café piuttosto che una hypersport vera e propria?

Triumph Speed Triple 1200 rr

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Café Racer o vera sportiva?

La Speed Triple 1200 RR strizza dunque l’occhio all’heritage delle Café Racer, dal punto di vista estetico. E la cosa non è per nulla male a pensarci bene: fosse stata tutta carenata si sarebbe confusa con le altre race replica. Così invece è lei e basta. E mano a mano che la guardi te ne innamori.

A parte il tocco estetico però, questa moto è una sportiva vera. Lo si capisce appena si sale in sella: la triangolazione sella-manubrio-pedane non è raffazzonata; piuttosto è una vera racing. Basta poggiare il sedere sulla sella, allungare le mani sul manubrio e mettere un piede sulla pedana, per riconoscere subito il DNA da vera hypersport. Si sta molto carichi sul davanti, cosa che fa sentire il pilota un tutt’uno con la moto, quando si inizia a “scorrere” fra le curve. E pure il dietro è molto “sostenuto”, con una giusta sensazione di stare con il sedere un po’ in alto. Proprio quello che cerca chi sceglie questa RR, piuttosto che la “tradizionale” RS.

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Una moto dotatissima

Da dove si comincia a descrivere la dotazione di una sportiva di razza come questa? Dal peso: 199 kg in ordine di marcia. Decisamente in Triumph si sono posti il problema di contenere le masse. E lo si nota dalla presenza di diversi componenti in carbonio.

Poi ci sono le sospensioni Ohlins S-EC 2.0 a controllo elettronico. Che pure mentre guidi, impari a settare con il joystick sul blocchetto sinistro del manubrio, leggendo sul display TFT i valori impostati. Ma puoi anche non sprecartici troppo, perché sono semiattive: “leggono” il tuo modo di guidare, analizzano la situazione e si adattano automaticamente.

Tante prestazioni richiedono un impianto frenante all’altezza. E davanti i due dischi da 320 mm sono lavorati dalle pinze Brembo Stylema monoblocco. Il top. A comandarli una pompa Brembo MCS, con interasse della leva regolabile fra i 19 (più fluida) e i 21 mm (più aggressiva). Utile per cucirsi addosso pure l’impianto frenante.

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Triumph Speed Triple 1200 rr - freno anteriore

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I primi chilometri

Keyless vicino alla strumentazione per accendere il quadro, attendo che sulla strumentazione si esaurisca il check, tiro la leva della frizione (altrimenti non parte) e pigio il bottone d’avviamento. Il motore parte istantaneamente, con un rumore roco allo scarico, tutt’altro che discreto. Un suono tagliente, da moto cattiva.

Alzate il volume per sentire la sua voce!

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Iniziare a far muovere le ruote è molto facile. Addirittura dolce. Mi perdo nelle viuzze dietro la concessionaria, e noto l’ampio raggio di sterzata, scomodo quando si deve fare manovra. Ma non è grave: mica devo andare a consegnare la pizza con Deliveroo.

Finalmente mi immetto nelle tre corsie del Grande Raccordo Anulare. Le marce vanno via fluidissime con il Quickshift, e lei mi tira su di velocità morbidamente. Al punto che non mi accorgo di andare decisamente troppo forte. Ci sono arrivato in un fiato, semplicemente appoggiando le marce una sull’altra, con un po’ di gas aperto. Ecco, in questo la Speed è civilizzata rispetto a una supersportiva senza compromessi, che di solito regala vibrazioni e sensazioni meno soft.

Comfort e fluidità di marcia quando si viaggia in souplesse. Se la vuoi dolce lei sa esserlo. Sa cullarti, con il suo motorone che prende dal basso, e mentre canta la sua sinfonia, ti porta via veloce con tanta schiena, facendo molta strada.

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Un pacchetto eccezionalmente a punto

Se invece la vogliamo cattiva, mappa Sport, gas spalancato, e i 180 cavalli esplodono con un urlo senza fine, e un’accelerazione prepotente. In mezzo a questi due comportamenti estremi c’è la Speed Triple dispettosa e irriverente, che ti invita a giocare. Che ti fa sentire ancora un ragazzaccio, e ti invita a trastullarti con il gas e il cambio, per sentire una volta di più la sinfonia del motore, e buttarti dentro le curve felice, aspettando di poter avvicinare ancora una volta il viso all’asfalto. In questo il Quickshift funziona benissimo pure in scalata. Sembra di usare la frizione tanto è fluido.

La Speed Triple 1200 gode di un pacchetto motore-trasmissione eccezionalmente a punto. Scali senza frizione anche negli ingressi in curva frenati (i colti lo chiamano trail braking), pure a moto molto piegata. E ti concentri sulla guida, dimenticando completamente la frizione. In poco tempo diventa addirittura strano riprenderne in mano la leva quando ci si deve fermare. E ci vuole un attimo a capire che il folle, messo come al solito fra le prime due marce, non lo si trova dalla prima, ma dalla seconda! ‘Sti inglesi…

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Una moto da corsa ottimamente “stradalizzata”

Ho usato la Speed Triple tutti i giorni, facendoci un po’ di tutto e percorrendo poco più di 1000 km.

Ci sono andato a fare la spesa, ed è stata una sofferenza. Ci ho fatto qualche giro nel traffico, e sono stati chilometri sprecati, con un motorone in mezzo alle gambe che faceva parecchio caldo.

Poi ci sono andato sulle strade di montagna, facendo i miei percorsi usuali, e ho scoperto una moto capace di scorrere fluida e veloce anche fra i tornanti (date un’occhiata al video qui sotto).

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La Speed va bene sullo stretto, ma anche sul veloce. Digerisce l’asfalto non perfetto e vola sugli scollinamenti veloci, rimanendo sempre stabilissima. Regala sensazioni da moto da corsa, ma è eccezionalmente adattata all’uso su strada. Tanto da spingerti a sognare un test all’Isola di Man.

Difetti? Incredibilmente non ne ho trovati, e sono quasi a disagio scrivendolo. A parte un po’ di indolenzimento del collo al termine di una giornata passata in moto senza andare troppo spedito. La posizione inclinata in avanti costringe infatti a sostenere la testa quando si marcia a bassa velocità, e alla lunga ci si stanca. Ma non è un difetto. Piuttosto una peculiarità di tutte le sportive con i mezzi manubri. Ed è anche il motivo per cui, dovessi prenderla, forse (forse) le preferirei la RS, più adeguata a me che non faccio solo uscite da sparo.

Mentre guidavo questa RR mi sono sorpreso spesso a sorridere nel casco, e a pensare che lei è proprio maleducata. Divertentemente fuori dagli schemi, incapace di passare inosservata, dotata di una voce che è il massimo dell’erotismo motociclistico. Eppure così efficace quando si affronta un percorso di montagna con andatura allegra.

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Comprarla o no?

In conclusione, se in moto vi piace stare comodi e guidare tranquilli, se cercate la moto intelligente che costa poco, consuma poco ed è adatta sia per portarvi al lavoro tutti i giorni che a spasso nel fine settimana per fare il picnic… avete perso tempo a leggere sin qui!

Se invece siete smanettoni, se ogni volta che salite in moto vi viene voglia di danzare fra le curve, se vi piacciono le moto inutili che vanno benissimo e regalano emozioni prima di ogni curva, dentro la curva e dopo la curva, se avete 20mila e 600 euro o siete disposti a coprirvi di rate, correte in concessionaria e chiedete di fare un test ride di questa Speed Triple 1200, RR o RS che sia. Portate con voi il libretto degli assegni.

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La gallery

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