I monti Simbruini in inverno
Sabato 6 gennaio si annunciava come una giornata di sole, dalla temperatura tiepida. Dovevo incontrare un amico in zona Vicovaro. Una località a est di Roma, sulla via Tiburtina, statale molto nota fra gli amanti della buona smanettata. Ottima occasione per tirare fuori l’Aprilione e fare un po’ di strada.
Partenza non troppo di buon’ora: l’appuntamento è per le 11.30. Meglio perché in questa stagione le prime ore del mattino sono sempre insidiose, per l’umidità dell’asfalto.
In inverno infatti sono sempre pericolose le curve in ombra, dove l’umido resta anche tutto il giorno
Cerco di ricordarmelo, ma poco prima di Tivoli entro in un bel curvone steso con passo allegro, e mi trovo all’improvviso l’asfalto bagnato. Ma proprio bagnato. Allargo la traiettoria, guido sulle uova e mi ripeto che non sarà giornata di grandi pieghe.


Alzi la mano chi fra i motociclisti romani ha mai visto Mandela. Nessuno, vero? Neanche io. Perché è in un tratto della Tiburtina dove bisogna azzeccare i regimi giusti per il cambio marcia e indovinare la traiettoria migliore sfiorando i cordoli.
Scherzo, ma a volte si scoprono cose che avevamo sotto il naso e che non avevamo mai notato. E a prendere il caffè nella quiete della terrazza della foto tornerò.
Ore 12.45, si riparte. Nel frattempo l’aria ha rinfrescato molto: siamo sui 6 gradi. Le previsioni non l’avevano detto.
Fortunatamente porto sempre l’abbigliamento per fare fronte a freddo improvviso o acqua

Punto verso l’Abruzzo, ma ho il dubbio che sia troppo tardi. Di smanettare non se ne parla con tutto questo umido sull’asfalto, e io non voglio fare un inutile tour de force.
Mi gusto la Tiburtina fino ad Arsoli, dove svolto a destra. Direzione Subiaco, passando per Cervara. La strada è molto bella e panoramica, ma spesso rovinata. Trotterello lasciando correre un po’ di più solo nelle curve dove batte il sole e c’è visibilità.
Poco prima di Subiaco svolto a sinistra e inizio la salita verso Monte Livata, una delle mete sciistiche dei romani. La salita è bella e panoramica, ben asfaltata, ma in molti tratti d’ombra è zuppa. Solo quando si arriva ai circa 1400 metri di Livata c’è neve ai lati della strada, ma sulle montagne intorno ce n’è solo a chiazze. Lo scorso anno in questi stessi giorni era freddissimo, oggi sembra quasi primavera.
Tiro dritto e continuo a salire, puntando dritto per Jenne. Ora di neve ce n’è tanta. A tratti anche sulla strada, dove comunque trovo dei solchi di asfalto libero lasciati dalle ruote delle auto. Valico, e la vista della Piana di Fondi come sempre mi riempie gli occhi. C’è neve dappertutto; in cielo neanche una nuvola.
Mi fermo, scatto foto, faccio 100 metri, mi fermo ancora per altre foto. Vedo una chiazza erbosa al sole sotto un albero, e scatta la sosta tintarella. C’è un gran silenzio, il sole è caldo, mi riempio i polmoni.

Quando riparto, nel bosco di faggi, prima di iniziare a scendere di nuovo, ci sono tratti di strada un po’ innevati. Ho paura di dover fare dietrofront, perché qui gli alberi sono fitti ed è tutto in ombra. ma è solo un breve pezzo. Inizio a scendere, strada pulita, sono solo.
Jenne mi si presenta controsole, sotto una nuvola di fumo per i camini accesi. Mi fermo, conto le case: hanno tutte il fumo che esce dal comignolo!
Giro a sinistra, verso Vallepietra. Qui la strada si fa molto bella, e l’ultima parte di discesa è asciutta e pulita. Ci passo spesso, perché è un tratto miracolosamente pavimentato molto bene, dove si guida con gran gusto.
Occhio alla discesa: in alcuni tratti la successione di curve inganna l’occhio, e ci si trova troppo veloci, con cambi di direzione repentini dove gli errori curva dopo curva si sommano e si amplificano
Prima di Vallepietra svolto a destra, in direzione di Trevi nel Lazio. Anche questa una strada bellissima, con un asfalto degno di una pista, che fa snodare le sue curve su saliscendi anche pronunciati. Sul lato sinistro della strada corre un torrente, a tratti molto scenografico; sull’altro ci sono le rocce. Oggi non è aria di “andare”, la strada è tutta in ombra. Mi gusto il paesaggio, e l’atmosfera di questa strana giornata festiva, senza auto né moto in giro.
Giungo vicino Trevi, un borgo carino che ricordo per un ristorantino dove si mangia benissimo a costi bassissimi. Ma giro a destra, in direzione degli Altopiani di Arcinazzo. Pure questa una bella strada, pure questa in ombra.
Ho tempo per una pausa al solito bar, nella piazzetta da dove parte la strada per Guarcino. Qui di solito ci sono molti motociclisti. Oggi ci sono solo io. Mi siedo dentro, al sole, riparato dalla vetrata. Sono quasi le 4, ci scappano un panino e un caffè.






Riparto al tramonto. Ancora un po’ di belle strade, fino a Fiuggi. Poi il raccordo autostradale, e la solita via di casa. Quindi, per i romani, l’autostrada o la Casilina fino a Roma. Per me Segni, Roccamassima, Velletri.
A fine giornata ho percorso 240 chilometri, ho visto paesaggi conosciuti, a volte soffermandomici di più grazie alla velocità ridotta e all’assenza di fretta. Ho ricaricato un po’ le batterie.
Valeva la pena di uscire in moto. Anche se è inverno.


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