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Ciao Giovanni

Giovanni Di Pillo se n’è andato per una malattia.

Non lo sentivo da anni, perché nella vita ci si perde di vista. Però Giovanni era un amico di lunghissima data.

Lo avevo conosciuto quando ho iniziato a fare questo lavoro. Lui era già uno speaker apprezzatissimo. Il re degli speaker. Ed era un vero appassionato di moto, supercompetente.

Poi il caso ha voluto che ci trovassimo a Jerez a inizio 1990. Prima gara dell’anno del Campionato Mondiale Superbike. Io debuttavo come ufficio stampa di un team, lui come telecronista di Telemontecarlo, che aveva i diritti per trasmettere in diretta tutte le gare del Mondiale.

Mi chiese di dargli i tempi durante la telecronaca. E per un paio d’anni sono stato sempre al suo fianco durante le dirette. Qualche volta mi dava il microfono, ma io ero intimorito dalla classe di Giovanni. E da lui che mi diceva: “però parla veloce, se no mi fai addormentare tutti”.

Era emozionatissimo prima della prima telecronaca. Fu bravissimo. Un computer. Da allora è stato sempre così: un grande telecronista. Con i pantaloni slacciati. Perché li faceva aprire anche a me se pensava di darmi il microfono: “si parla meglio senza la cinta che ti stringe”.

Ci siamo fatti scherzi feroci. Quanti scherzi… Abbiamo riso a crepapelle. Non si è mai ricordato il mio cognome nelle telecronache, finché non l’ho fatto incidere su una targa che gli piazzavo sul tavolo prima della diretta.

Che cazzo Giovanni. Ciao.

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