La magia della 1000 Curve
La seconda tappa 2023 della 1000 Curve ha riservato un percorso particolarmente difficile. Noi di Motoskills.it eravamo presenti con un team di ben tre piloti. Che non hanno vinto – ci mancherebbe! -, ma hanno ben compreso l’anima di questo evento. E di mezzo c’è pure Aristotele!
Di Riccardo Confalone
“The first place is #NotForAll, but you can enjoy all the rest”. Il primo posto non è per tutti, ma potete godervi tutto il resto.
Tenete a mente questa frase, che troverete ripetuta alla fine di questo articolo. È la chiave per capire la 1000 Curve; perlomeno per capire come l’hanno vissuta i nostri Riccardo, Fabrizio e Marco. Con il primo giunto ormai alla terza partecipazione. Ma lasciamo la parola a Riccardo (Confalone), DrGonzo per gli amici, che inizia presentando il Team Motoskills.it, e poi passa a raccontarci questa edizione Cagli-Loreto.
Il Team Motoskills.it
Insieme al sottoscritto Riccardo Confalone, ormai aficionado dell’evento, con la fida Aprilia Tuono 1000 Factory, per la prima volta sono ai nastri di partenza Fabrizio “Easyrider” Fabbri e Marco “Marco68” Miscimarra. Siamo amici di scorrazzate su due ruote, di mangiate e di bevute; fin dai tempi del mitico gruppo romano dei Motofraciconi, nato all’inizio degli anni 2000. Fabrizio guida una sempre affascinante Triumph Speed Triple primo modello, Marco una più moderna e prestante Yamaha MT09. Tre cilindri a gogò!
Un’edizione più dura del solito
Dopo la prima tappa di marzo, da Imola a Modena (di cui trovate un ampio reportage QUI), questa seconda tappa 2023 si è rivelata un vero e proprio cimento. Già dalle intenzioni di Michele Piersantini, la mente e l’organizzatore della 1000 Curve, l’edizione presente avrebbe dovuto essere quella più dura, sia per la lunghezza dei percorsi tra i vari spot che assegnavano punti sia per la natura delle strade, a tratti tortuose e molto “curvose”. Ma chi partecipa alla 1000 Curve sa generalmente cosa lo aspetta, e c’è sempre quella voglia di mettersi in gioco che sottende l’adesione a questo evento, soprattutto per chi ha già partecipato alle edizioni scorse. D’altra parte il “secondo nome” della manifestazione è #NotForAll, che dice tutto.
Non bastasse questa premessa, il meteo era tutt’altro che promettente: ci si aspettava acqua a catinelle. L’unico che continuava a rassicurare tutti che non sarebbe piovuto era lo sciamanico Piersantini, che chissà a quali dei pagani della “non pioggia” si era affidato. E, se parliamo del main day, alla fine ha avuto ragione lui, anche se dalla sera stessa e il giorno dopo, come dire, “tanto tuonò che piovve”; e chi tornava a casa se l’è presa tutta! Ma le strade durante le “gara” sono state quasi completamente asciutte.
Il furgone, la gomma bucata e… Aristotele!
Per non rischiare di prendere l’acqua almeno durante il trasferimento, siamo partiti col solito furgone. “Prodi sì, ma masochisti no!”.
Partiamo da Roma venerdì nel pomeriggio, e secondo i piani saremmo dovuti arrivare largamente in anticipo sulla fine delle verifiche e consegna dei numeri di gara. Il viaggio scorre gioioso, fino a quando, durante il controllo delle pressioni presso un’area di servizio, scopriamo di avere una gomma a terra. Ovviamente quella più rognosa da cambiare, cioè una gemellata interna.
Il tempo stringe, inizia il conciliabolo sul da farsi. Alle 20 dobbiamo essere a Cagli, ma prima dobbiamo pure passare in albergo, e poi scaricare le moto al parco chiuso. La situazione impone una decisione rapida. L’impasse viene superata da una geniale decisione figlia di un ragionamento filosofico-meccanico degno di un elogio della pigrizia. In poche parole l’argomentazione è che se si considera il nostro Iveco Daily 35C13 passolungotettoaltoda3,5tonnellate come avente 6 ruote, 2 avanti e 4 gemellate dietro, certamente viaggeremmo con una ruota in meno se non la cambiassimo, e questo potrebbe essere un problema. Ma se consideriamo invece. che esiste la versione, sempre passolungotettoaltoda3,5tonnellate, con sole 4 ruote singole, allora possiamo considerare che rispetto a tale modello noi abbiamo addirittura una ruota in più, non considerando quella a terra, e quindi il problema non si pone! Aristotelicamente il ragionamento fila per tutti e ripartiamo; anche se ci proponiamo di tenere un’andatura tranquilla.
Arriviamo in ritardissimo a Cagli e dopo essere passati fugacemente in albergo, arriviamo al parco chiuso qualche minuto prima della chiusura. Ci viene concesso di non tirare giù le moto, e ci viene data la busta coi numeri dietro la promessa di presentarci alla partenza del giorno dopo già “numerati” con gli adesivi dell’organizzazione. Ce l’abbiamo fatta! È ora di andare a cenare al ristorante Il Poeta, dove ci vengono somministrate in giusta dose le vitamine, le proteine e i sali minerali sotto forma di pietanze, per riprenderci dalla dura giornata, prima di lavoro e poi di viaggio.
Dopo cena c’è il tradizionale intervento di Michele Piersantini, che ricorda le semplici regole della “competizione”, ed esorta tutti a un comportamento corretto, sia con gli altri partecipanti (niente sorpassi azzardati) sia nei confronti degli altri utenti della strada. Come detto, mette anche in guardia sulla durezza di questa edizione. Chiude ribadendo il suo ottimismo sul meteo, ma ci credono in pochi. Alla fine avrà ragione lui.
Dopo cena, nel rispetto di una consolidata tradizione, si riprendono le moto dal parco chiuso per la rituale “caciara”, fatta usando disinvoltamente acceleratore e clacson, tanto per far capire ai residenti che l’indomani non sarà un giorno normale per Cagli. Il “direttore d’orchestra” è ovviamente Michele Piersantini.
La nostra serata (che vira a nottata) viene passata studiando mappa e roadbook, per decidere i percorsi più proficui per prendere più “cookies” possibili, rimanendo ovviamente entro il tempo massimo di passaggio ai vari gate di controllo. Alla fine troviamo un accordo e possiamo andare a dormire. È tardissimo e la sveglia suonerà presto.

Arrivo dei partecipanti al parco chiuso per le verifiche e la consegna dei roadbook e dei gadgets. (foto Organizzazione gara)

Ristorante Il Poeta di Cagli gremito di partecipanti. Alcuni indossano con orgoglio la maglietta delle edizioni precedenti spettante a chi a terminato nei tempi la dura prova.

Michele Piersantini “catechizza” i partecipanti, annunciando la durezza della prova e ricordando lo spirito “biker” della manifestazione. Niente manovre azzardate e rispetto del codice della strada.
Pronti al via!
Parcheggiato il Daily fuori città e scaricate le moto, sulle quali porteremo il minimo indispensabile per passare una notte fuori, più abbigliamento impermeabile, ci rechiamo alla partenza, in Porta Massara, al centro di Cagli.
Il nostro percorso prevede di passare, citando solo le località maggiori, per Urbania, Lunano, Pennabilli, San Leo fino al primo gate di San Marino; poi Urbino, Fossombrone, Mondavio, Corinaldo fino al secondo gate di Ostro Vetere. Ed ancora Monte Carotto, Arcevia, Serra San Quirico e Sassoferrato, dove è posizionato il terzo gate. Da lì Cingoli, Filotrano, Osimo, Castelfidardo e Loreto per la meta finale.
Strade molto impegnative
Le strade del primo percorso sono molto varie, curve strette ed a volte strettissime, asfalto per lo più rovinato, a volte al limite della praticabilità. Il navigatore ci fa fare anche tratti “enduristici”. I paesaggi ci ripagano di tanto impegno. Arriviamo al gate di San Marino qualche istante prima della chiusura, causa anche agenti locali che ci fermano per permettere il transito di altri utenti, perdendo minuti preziosi. Diciamo che l’ora di margine per non essere estromessi dalla competizione l’abbiamo sfruttata tutta.
Mi rendo conto di fare sempre lo stesso errore, e cioè pianificare percorsi con troppi cookies, dove la tabella di marcia è difficilissima da rispettare, sia perché si va a velocità codice o giù di lì sia perché meglio un caffè e una pastarella in più che un timbro in più, se questo diventa fonte di stress. In fondo siamo qui per divertirci e fare un reportage. Anzi, a San Marino pranziamo pure. Ovviamente chi vince di solito non mangia, non beve, non si ferma neanche per i bisogni. La nostra 1000 Curve è differente.

Marco al Gate orario di San Marino
Il colpo di grazia alle nostre tenui possibilità di classifica lo riceviamo poco dopo, tra il primo e il secondo controllo orario, dove prima perdiamo il contatto con Marco a un incrocio, subito dopo lui perde il telefono. Quindi nessuna possibilità di rintracciarlo. Inoltre lui ha il mio roadbook e io il suo. Addio sogni di gloria. Subito dopo esserci persi di vista ci fermiamo a un bar, mandando messaggi e posizione a Marco, ovviamente non sapendo che il suo telefono era volato via. Vabbè, l’accordo era comunque di trovarci al gate in caso di separazione. Nel frattempo io e Fabrizio sorseggiamo una bibita di fronte alle grotte di Onferno, e ci ripromettiamo di tornarci per visitarle. In fondo siamo anche due speleologi provetti, lui più di me.
Il distacco da Marco (ricordo che ha il mio roadbook) e il non avere sue notizie ci fa propendere per l’abbandono della gara e decidiamo di recarci direttamente al secondo gate orario. Lungo la strada ci fermiamo all’ennesimo bar e chi incontriamo? Marco, che si era unito a un gruppo di partecipanti che filavano come il vento, mettendo timbri a profusione. Quando ci vede ha la faccia di un naufrago ritrovato dopo giorni alla deriva! Ci racconta della disavventura del telefono (con tutte le foto dentro, visto che era il “fotografo” ufficiale), del tempo passato a cercarlo e dell’impossibilità di contattarci.
Confido che, avendo il mio roadbook, lo abbia riempito di timbri. Lo so, non si potrebbe fare ma ho sperato che dalla jella nascesse qualcosa di buono. Invece non gli era venuto neanche in mente. Passiamo un’ora e più ad incrociare i dati dei nostri telefoni per ricavare il numero di qualche parente di Marco, che alla fine riesce a far sapere alla sua famiglia che non ha il telefono, e che dovranno contattarlo temporaneamente su un altro numero. A questo punto avvertiamo l’organizzazione e puntiamo decisi verso Loreto, saltando gli altri gate, anche perché uno del trio ha un polso a pezzi e non gliela fa più.
L’arrivo a Loreto avviene sotto nubi minacciose, ma alla fine prendiamo solo qualche goccia e un bell’arcobaleno ci accoglie all’arrivo. La manifestazione intesa come “gara” non è andata benissimo, ma alla fine l’abbiamo portata a termine, nonostante le vicissitudini.
All’arrivo troviamo il vulcanico Piersantini che consegna a tutti quelli che giungono al traguardo la maglietta di “finisher” della 1000 Curve, l’agognato trofeo da mostrare agli amici motociclisti. Guadagnato e sofferto.
La cena finale è apprezzatissima, dopo la quale avviene l’incontro di chiusura con tutti i partecipanti e la consegna dei premi.

Il nostro Riccardo Confalone al traguardo assieme a Michele Piersantini, che gli consegna la maglietta “finisher”

Un bel doppio arcobaleno ha accolto i partecipanti all’arrivo a Loreto
Per la cronaca i vincitori sono:
Primo Assoluto: Davide Sirocchi – n° 178 – 5440 curve
Prima Donna: Natascia Sales – n° 55 – 1720 curve
Prima Coppia: Francesco Corsini e Giulia Ballestrero – n° 72 – 3740 curve
Primo Gruppo: Gruppo “Curvaioli del Sud”
Il senso profondo della 1000 Curve
L’intento, nobile, della 1000 Curve è sempre lo stesso, cioè, citando l’organizzatore, muoversi “attraverso città e villaggi che, colpiti da calamità come terremoti e alluvioni, ora lottano per rivitalizzarsi. Questo evento fornisce quindi l’opportunità non solo di (ri)scoprire la bellezza sconosciuta di queste aree, ma anche di infondere nuova vita in regioni che sono state trascurate nel corso degli anni.”
Di sicuro, come ogni edizione, la bellezza di certi luoghi è straordinaria per chi la sa cogliere, cioè per chi magari non pensa troppo al lato agonistico, ma si sofferma sui posti e sulla gente. Per chi affronta queste strade con la giusta velocità, lentezza oserei dire. Per chi preferisce fare una foto in più e prendere un timbro in meno. Per chi apprezza una bella strada “curvaiola” ma anche ciò che gli sta intorno.
I veri vincitori sono proprio loro. Quelli che sanno che vince solo uno (direi pure il solito), e che quindi è inutile affannarsi.
The first place is NotForAll, but you can enjoy all the rest
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