A spasso per il Parco Nazionale d’Abruzzo
Mi rigiro fra le mani il telefono con le foto di ieri, dell’uscita in moto con quattro amici, e mi viene l’idea di questo pezzo. Un itinerario consigliato, per tutti quelli che vivono vicino quella regione fantastica che è l’Abruzzo.
Due note e qualche foto, nulla di più. Per fornire un’idea per una gita.
Il punto di partenza del giro potrebbe essere situato a Sora, in provincia di Frosinone. Noi ci siamo visti a Velletri, nella piazza d’ingresso. Un caffè, due chiacchiere e via.

Si parte in direzione di Lariano, ma appena si lascia il cimitero, si passa un benzinaio e si gira a destra. I cartelli riportano la direzione di Giulianello. Qualche chilometro e la strada si apre in una valle bellissima. Un po’ brulla in questa stagione così arida, ma pur sempre un gran colpo d’occhio.
Da Giulianello si sale verso Rocca Massima. La salita è molto bella, discretamente pavimentata, anche se qualche curva è cieca. In alto, arrivando vicini al paese, le curve sono strettissime. E bisogna ricordarsi che ci passa l’autobus!
Su, se siete già stufi di guidare o se volete provare un’emozione diversa, fate il lancio con il FlyintheSky.
Altrimenti svoltate subito in direzione di Segni. La strada passa in mezzo al bosco, e offre panorami incantevoli. Anche incontri con mucche e cavalli. O, ieri, con un furetto. Però è rovinatissima e sporchissima. Si va a 40 km/h. Ma siamo a passeggio, no?
Entrando a Segni troverete un bivio nascosto, girando a destra andrete in direzione di Carpineto Romano. Da dove, la via Carpinetana scende, passando in una lunga valle fra i boschi. La percorrete tutta e quando finisce… girate a sinistra in direzione di Frosinone. Ecco, per ora il divertimento è finito. Frosinone, tirate dritto, a Veroli prendete la superstrada e andate fino a Sora. Attraversate nel traffico questo grande comune del Lazio meridionale e prendete in direzione di Pescasseroli sulla SS 509.
La salita è una goduria. Ben pavimentata, inizia con dei curvoni velocissimi (ma ci sono i limiti di velocità, ricordatevene), poi, gradualmente, va a stringersi sempre più, fino a raggiungere Forca d’Acero (1.538 m), un valico che è anche una delle porte d’accesso al Parco Nazionale d’Abruzzo.
Ieri, salendo, abbiamo anche incontrato dei motociclisti, alla solita curva panoramica dove si fermano a frotte. Fra loro anche il creatore di una community su Facebook: Roberto, anima del gruppo “I motociclisti di Forca d’Acero”.

Al valico c’è anche un rifugio storico, dove si può mangiare bene. Noi però tiriamo dritto, passiamo nel bosco (occhio che la strada spesso non è pulita qui) e iniziamo a scendere verso Opi. Quando il paesaggio si apre, che dire, merita la strada che abbiamo fatto sin qui!
Si prosegue, in direzione di Villetta Barrea, cittadina montana carina, ma un po’ trafficata, per via del corso stretto e del semaforo a senso alternato. Uscendo si gira subito a sinistra, sulla SS 479, in direzione di Scanno.
Si va su in montagna, con una lunga salita ripida. Discretamente pavimentata, occhio solo agli animali selvatici. In inverno qui si incontrano i lupi. In questa stagione c’è stato qualche avvistamento di orsi. Al valico del Passo Godi (1.630 m) ci sono una serie di rifugi e ristoranti. Belli, ma frequentatissimi, con il prato pieno zeppo di persone. Ci fermiamo qualche chilometro prima, a un bar ristoro che troviamo sulla destra. Non potete sbagliare: è l’unico in tutta la salita. Mangiamo ottimi panini, a prezzi bassissimi. Seduti al sole, in un posto con clientela non chiassosa. Siamo in pace!
Si riparte, il valico e poi Scanno, con il suo lago. In questi giorni è zeppo di gente, ma un bagno ci può scappare. Sappiate solo che è… freddo! Se invece continuate a scendere verso Anversa degli Abruzzi, passerete per il lago di San Domenico e le Gole del Sagittario. Il colpo d’occhio sarà incantevole.
Da Anversa si prosegue per Cocullo, quindi su verso il Valico Olmo dei Bobbi (1230 m), percorrendo una strada ben pavimentata e con curve che consentono una ottima visibilità. L’ideale per qualche piega rilassata, prima di raggiungere Ortona dei Marsi. Da qui si continua con una strada che corre in quota nel Parco. Si passano alcuni piccoli paesi, fra i quali Bisegna, quindi si raggiunge la sempre gradevole Pescasseroli, che ha sempre un tocco un po’ mondano; e che merita una passeggiata nei vicoli, fra le case piene di fiori.
Si riparte, il giro volge al termine. Puntiamo di nuovo verso Opi, risaliamo a Forca d’Acero, e ci lanciamo nella discesa verso Sora. Da qui la superstrada, fino a Ferentino. Poi, la scelta: autostrada in direzione di Roma, oppure Morolo e la Casilina. Io ho fatto questa, ripassando anche per Segni e Roccamassima. Ma c’è l’alternativa Colleferro, che velocizza il rientro a Roma, pur senza fare l’autostrada.
Quanti chilometri abbiamo fatto ieri? Da Velletri a Velletri, me ne sono usciti fuori 410. Ce li siamo goduti tutti!













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