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Quella volta che lui passò in staccata

Storie da officina/1

Fine anni Ottanta. Due protagonisti della Battle of Twins partono assieme per Monza. Vanno a correre la prova italiana della serie europea delle bicilindriche. Da Monza al mare di Livorno però il passo è breve…
(In collaborazione con @multistrangola)
(Nella foto d’apertura, Tamantini a sinistra e Carotenuto a destra, in uno dei loro scontri in pista)

Alcune officine vanno oltre la loro tradizionale funzione di laboratori meccanici, divenendo luoghi d’incontro e di ritrovo di gruppi di appassionati. Una fauna variegata di persone, accomunate dalla passione per la moto. Passano lì ogni giorno, per un caffè e per raccontarsi le cosiddette “Storie da officina”.

C’era una volta la Battle of Twins, o BOT 2V, nata come campionato delle Bicilindriche. Un trofeo poi diventato campionato italiano, che ha conosciuto un periodo di gloria, con una serie di gare europee. È qui che, alla fine degli anni Ottanta, due nostri amici, allora piloti di buon livello, hanno vissuto l’avventura che vi raccontiamo.

L’occasione è la gara internazionale della Battle of Twins di Monza, e loro sono Marco Tamantini (Tamanta) e Marco Carotenuto (Carotone, o Condor).
I due correvano insieme, uno contro l’altro, spesso si giocavano le vittorie di gara. Ed erano amici.

Però correvano entrambi con prototipi sempre più raffinati, che avevano prestazioni elevatissime, ma che costavano un occhio della testa. Era un’altra epoca, e quando le gomme erano troppo consumate su un lato, si chiedeva al gommista la cortesia di girare al contrario la slick sul cerchione, per consumarla sull’altro lato. Il gommista che seguiva il campionato, immancabilmente diceva che lui non si prendeva responsabilità, ma poi la gomma te la girava.

A un certo punto il Tamanta convinse il Condor a fare insieme la trasferta a Monza per questa gara internazionale, nella quale si schierava anche la Britten ufficiale e diversi prototipi di telaisti inglesi. Oltre ovviamente a tutti i migliori preparatori italiani.

Marco&Marco erano molto squattrinati, ma in questo appuntamento della Battle of Twins europea erano previsti anche premi in denaro, e loro erano sicuri di poter dire la loro.
Caricato all’inverosimile il vecchio furgoncino Fiat 238 alimentato a gas con le bombole sul tetto, eccoli in autostrada sul filo degli 80 km/h.

Una partenza della BOT 2V. Carotenuto ha il numero 2, Tamantini il 12. Entrambi a ruota alzata

In prova Tamantini conquista la prima fila, mentre Carotenuto si piazza nella seconda.

Arriva la domenica di gara.

Pronti, via! Pochi giri, e si forma un quartetto di testa, che comprende Marco&Marco, Amedeo Perrone e – qui le versioni dei due divergono – un pilota straniero oppure Giuseppe Molteni.

Carotenuto ha meno motore degli altri, ma sul guidato va regolarmente in testa, e imbocca sempre per primo i due lunghissimi rettilinei della pista lombarda. Peccato abbia poca velocità, così all’ingresso della prima variante entra sempre ultimo del quartetto di testa. Roba da mangiarsi il fegato per la rabbia.
Ultimo giro: il Condor è rassegnato all’idea che non potrà vincere la gara. Fino a quando, all’ingresso della Seconda Variante, trova un doppiato. Ed ecco il pensiero-canaglia: “lo metto fra me e gli inseguitori, e riesco ad accumulare quel vantaggio che mi serve per vincere”.
All’ingresso della Seconda Variante Carotenuto passa dunque il leader e amico Tamantini, con una differenza di velocità abissale. Poi però centra il doppiato, e cade proprio davanti alla ruota di Tamantini. Il Carotone finisce scivolando a pancia in giù, rivolto verso il Tamanta. “L’ho visto a pelle di leone che mi guardava con gli occhi sbarrati, implorandomi di non passargli sopra“, racconta ridendo (oggi) Tamantini.

Un attimo dopo erano entrambi nella via di fuga. La moto di Carotenuto distrutta, quella di Tamanta perfettamente integra. Il Condor urla: “Riparti che anche il decimo prende i soldi!“.
La risposta del Tamanta fu da censurare.

Più tardi nel paddock i due non si parleranno. Caricheranno in silenzio il Fiat 238, mettendo assieme i pochi soldi che avevano per tornare indietro.

Nel tardo pomeriggio si riavviano verso Roma, nel gelo. All’altezza della Firenze Mare, Carotenuto dà una gomitata a Tamantini: “gira, andiamo al mare“.
Giunti lì, siedono su uno scoglio in attesa dell’alba. Poi, si sa, il mare sistema tutto!

Ed eccoli sul podio. Questa volta Tamantini 1° e Carotenuto 2°

La storia ha un’appendice, perché oggi Tamantini e Carotenuto si stanno preparando a tornare in pista assieme. Correranno nell’Endurance delle moto storiche, con una Ducati F1 messa a disposizione da Multistrangola. Ne nasceranno altre storie da officina, statene certi!

La Ducati F1 di Multistrangola fa ancora bella mostra di sé nel salotto di casa del nostro amico. Per poco però, presto tornerà in pista!

Home Forum Storie da officina

Visualizzazione 3 filoni di risposte
  • Autore
    Post
    • #16224
      Mastic
      Amministratore del forum

      Una delle cose che ho fatto più spesso per molti anni, è stata frequentare officine per andare a trovare amici e meccanici. Si chiacchierava, e ci si raccontavano storie che ogni volta erano sempre più incredibili, temerarie e… goliardiche.
      Così, insieme a @multistrangola che è un’enciclopedia di storie, mi sono detto: mettiamole tutte assieme!

      La prima è la celebre gara internazionale Battle of Twins di Monza, dove corsero i due amici, Carotenuto e Tamantini. Clicca qui per leggerla!

    • #16229
      zio franco
      Partecipante

      Che meraviglia !

      Inviti la lepre a correre 😉

      Anche fuori dalle gare l’Officina è sempre stata il punto d’incontro,il ritrovo,il “social” di sempre e per sempre,ne avevo 14 le prime volte e ne sono passati più di cinquanta e sono sempre intorno a questa roba qui
      Ci siamo formati come motociclisti e forse come uomini,prendendosi sul serio fino ad un certo punto e giocando,conoscendosi,condividendo le età della vita,qualche volta la moto e qualche volta la fidanzata ;-),sempre i viaggi,dal mordi e fuggi sull’appennino fino ai viaggi in Europa

      Sono passate amicizie,officine,motociclette,qualcuno non c’è più ma i ricordi lo riportano sempre,e sottolineo sempre ancora oggi,insieme a noi.
      Esagerando le esperienze,infarcendole di aneddoti,qualcuno corredato di fantasie per caratterizzare meglio fatti e persone,ma sempre con grande stima e riconoscenza

      Una palestra di vita di sopravvissuti
      Una palestra di meccanica che ci/mi ha fatto amare la moto si,ma insieme a tutto quello che c’è intorno
      Guidare una motocicletta,come ancora mi ostino a chiamarla,è più bello e formativo se la conosci,se la conosci la ami insomma.
      E tanto lo si deve ai meccanici,specie quelli di una volta che si arrangiavano,e noi si rubava con gli occhi,rompendo fasce,grippando,cambiando candele e scarichi solo per il gusto di provarci ad imparare un mestiere che pareva magia

      Lo devo a loro,gli devo tutto,ci ho messo interesse ma senza di loro,senza quella artigianalità che rendeva tutto possibile non so se sarebbe stato lo stesso,se avrei conosciuto tante persone che dopo 50 anni ancora vedo ed una strizzata d’occhio od una pacca valgono più di mille parole ed un milione di like

      Dopo cerco qualche foto dei tempi nostri,di allora non ne ho postabili,ma ne ho immagini indelebili nei ricordi da passarci serate davanti al caminetto come i nonni ! 😉

    • #16289
      cyrano
      Partecipante

      … Mi fate venire i lucciconi mannaggia a voi !!!

    • #16345
      zio franco
      Partecipante

      Prima il dispiacere

      Poi il piacere

      (sono moto diverse ed officine diverse,ma foto reali fatte da me tra gli orrori più recenti)

      Poi il dovere 😉

Visualizzazione 3 filoni di risposte
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