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Verso l’addio alla sospensione dell’assicurazione moto

Dovremo assicurare anche i veicoli che teniamo fermi su fondi privati; e non sarà più possibile la sospensione della polizza assicurativa. È il risvolto passato inosservato della nuova Direttiva sull’Assicurazione dei Veicoli, approvata il 21 ottobre scorso dal Parlamento Europeo

Tutti hanno notato come la direttiva “salvi” gli sport motoristici, non imponendo un’assicurazione obbligatoria per i veicoli utilizzati nelle competizioni. Ma in pochi si sono accorti di un altro contenuto importante della norma: la definizione di uso del veicolo soggetto all’obbligo di copertura assicurativa. Che allarga molto i confini dell’obbligo assicurativo. Questo il testo esatto della nuova norma:

“uso del veicolo” ogni utilizzo di un veicolo che sia conforme alla funzione del veicolo in quanto mezzo di trasporto al momento dell’incidente, a prescindere dalle caratteristiche del veicolo, dal terreno su cui è utilizzato e dal fatto che sia fermo o in movimento

Ecco allora che un veicolo è utilizzato in maniera conforme alla sua destinazione d’uso di mezzo di trasporto – che quindi va assicurato – anche quando è fermo, indipendentemente dal terreno su cui è utilizzato.

La nuova Direttiva non impone invece la copertura assicurativa per monopattini, bici a pedalata assistita e mezzi di micromobilità elettrica in genere, lasciando agli stati membri la discrezionalità su questo punto.
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Perché l’UE impone di assicurare anche i veicoli fermi

Tutto ha avuto inizio, come abbiamo scritto già in passato, dalla sentenza Vnuk della Corte di Giustizia Europea. Giudicando sull’incidente di un trattore in una fattoria slovena, la Corte aveva stabilito che ogni mezzo deve essere assicurato, anche se custodito in un’area privata. Perché il concetto di uso del veicolo va oltre la fase della circolazione attiva, abbracciando anche la sosta. Non a caso, il veicolo in sosta sulla pubblica via deve essere comunque coperto da assicurazione.

Ora la Corte di Giustizia sostiene che deve essere garantito il giusto risarcimento anche a chi dovesse avere un sinistro con un veicolo ricoverato in un’area privata. Ad esempio perché c’è il rischio d’incendio. Fa eccezione l’uso difforme dalla destinazione d’uso del veicolo. Se ad esempio si tolgono le ruote e lo si usa per generare corrente o per fornire energia agricola, o lo si sistemo in esposizione, l’obbligo viene a cadere; perché il veicolo non è più utilizzato secondo la sua destinazione d’uso.
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Almeno 2 anni prima dell’entrata in vigore

Ora la nuova norma dovrà passare l’approvazione del Consiglio Europeo e quindi verrà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea. Da lì in poi, gli stati membri avranno 24 mesi di tempo per recepirla.

A quel punto la speranza è che le compagnie assicuratrici offrano nuove polizze specifiche per chi conserva ed eventualmente utilizza un veicolo esclusivamente su fondo privato; con una ovvia forte riduzione del rischio d’incidente.
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I dubbi sui controlli

Dubbi ci sono anche sul meccanismo dei possibili controlli. In Italia non è mai partita l’azione di controllo associando le targhe inserite nel sistema della Motorizzazione Civile con i dati dei veicoli assicurati in possesso dell’Ania, l’Associazione delle Compagnie Assicuratrici. Sarebbero troppo elevati i costi d’invio delle raccomandate ai possessori dei milioni di veicoli non assicurati. Piuttosto sono diverse le amministrazioni titolari di strade sorvegliate da loro telecamere che hanno stretto accordi con l’Ania. Quindi a oggi ci sarebbe un controllo automatizzato solo sui transiti in strada, ma nessun controllo sui veicoli fermi su fondi privati.
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Relativamente all’accordo per gli sport motoristici

Avevamo già scritto diversi articoli relativamente al settore degli sport motoristici. Eccoli

E soprattutto:

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Un pensiero su “Verso l’addio alla sospensione dell’assicurazione moto

  • Interessante. Vedremo tra 2 anni…

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