Scegliere la prima moto: quanti cavalli deve avere?
Il dubbio è sempre lo stesso: moto del cuore, potentissima, o per un paio d’anni ci accontentiamo di un mezzo meno impegnativo? Proviamo a fare chiarezza fra tanti pareri discordanti
“Ciao ragazzi, per uno che non ha mai avuto una moto, secondo voi è troppo impegnativo iniziare con un Ducati Multistrada 950? Mi piacerebbe la domenica fare gite fuori porta”.
La domanda è postata su una pagina Facebook molto seguita (oltre 108mila follower), e ha scatenato un fuoco di fila di risposte, con un confronto acceso fra quelli che ritengono troppo prestazionale la moto citata e quelli che invece sostengono si possa iniziare con qualunque moto, a patto di “avere cervello”.
Il problema sono gli errori di valutazione, non l’imprudenza
Guidare la moto con il cervello è sempre fondamentale, questo è palese. In questo caso però, la prudenza può ovviamente aiutare, ma non è con quella che ci possiamo mettere al riparo dagli incidenti tipici del neopatentato. Che sono più facilmente causati da errori di valutazione, piuttosto che da guida imprudente.
Quando guidiamo nel traffico, ci confrontiamo con situazioni della strada, del traffico e della guida continuamente mutevoli e inedite. Volta per volta dobbiamo decidere in tempi rapidissimi dove mettere le ruote, dove frenare, dove guardare.
Eccolo il problema. Anche uno con la testa sulle spalle, se si trova alla guida di una moto da 100 cavalli e più, può più facilmente rispetto a un esperto calcolare male distanze, tempi di frenata, velocità alla quale la moto “ti porta”. Perché avere cervello non significa avere anche occhio e saper valutare sempre in tempi rapidissimi quanto andare o se frenare. E quando i cavalli diventano tanti, si gioca facilmente con la facilità della moto di raggiungere in un attimo velocità molto elevate, senza darne la sensazione a chi è poco abituato. Pure l’elettronica poi ce ne mette del suo, perché consente a chiunque di frenare forte pure dentro la curva e di uscirne altrettanto forte.
Tutto bene e tutto facile, finché non si incontra un imprevisto. E gli imprevisti in strada ci sono. Ecco perché l’accesso graduale alle elevate prestazioni è sempre consigliabile. Per ridurre i rischi che correremo tutte quelle volte che inevitabilmente sbaglieremo valutazione o misura nella guida, e dovremo recuperare l’errore.
Tra l’altro, la consapevolezza che in strada ogni tanto ci troviamo ad affrontare anche degli imprevisti o delle situazioni d’emergenza, ci porta a un’altra considerazione. La parte più difficile dell’essere un buon motociclista non è tanto quella di andare con la moto dal punto A al punto B. Piuttosto è quella di saper gestire le situazioni d’emergenza. E questo deve essere l’obiettivo di ogni buon corso di guida.
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