Bettina Pfister, svizzera italiana, un passato in Coppa Italia e nella R1 Cup, dove ha distrutto la sua moto. Cercava sponsor per la stagione 2018, ed è entrata in un team tutto femminile che correrà la 24 Ore di Le Mans. Ci racconta questa sua avventura, con un taglio molto personale, parlando di sé, del suo passato e delle prove pregara Di Bettina Pfister (con un po’ di collaborazione di Mastic)
I Netbikers probabilmente si ricorderanno di lei, per una rapida intervista in video fatta in occasione dell’Eicma. Oggi torniamo a parlarne, perché Bettina è entrata nel Girls Racing Team. Si tratta di una squadra francese tutta femminile, attiva nel Mondiale Endurance. E tra i migliori risultati vanta la vittoria al debutto nella classe 600 della 24 Ore di Barcellona, nel 2013! L’occasione di avere Bettina nel team era troppo ghiotta per non parlarne. E allora ecco un primo articolo su questa sua avventura. Un pezzo un po’ atipico, perché lo abbiamo scritto a quattro mani, in più volte. Anche un pezzo molto lungo. Per chi ha voglia di leggere, e di sentir raccontare storie. Buona lettura dunque!
Mi chiamo Bettina Pfister, sono la novellina e anche la più giovane nel Girls Racing Team, e sono svizzera italiana. La mia passione è nata per colpa di mio papà, che ha creato una piccola officina a casa dove passava il suo tempo libero. La mia infanzia spesso ha puzzato di olio, benzina, macchine e moto.
Nonostante questo la mia prima moto l’ho dovuta comperare di nascosto, e anche la seconda. All’inizio ho girato in strada, ma poi ho seguito alcuni amici al Mugello e… appena potevo e avevo abbastanza soldi, o trovavo qualcuno che mi ci portava, ho iniziato ad andare in pista.
La prima gara è stata durante un campus femminile, in pista ad Almeria. Non era una vera e propria gara, ma l’emozione di partire in griglia credo sia stato quello che mi ha obbligata in seguito a voler gareggiare seriamente. Dopo aver corso prima in Coppa Italia e poi nel CIV R1 Cup, oggi mi ritrovo momentaneamente senza moto. Quindi la richiesta inaspettata del Girls Racing Team di partecipare alla 24 Ore di Le Mans è capitata a fagiolo. Dopo penserò a trovare una nuova moto, e probabilmente tornerò in Italia per un paio di Wild Card.
L’autopresentazione ci sta, ma nelle chiacchiere fatte con Bettina c’è scappata anche la domanda su quale sia stata l’emozione più grande. La risposta descrive la nostra amica pilota. L’emozione più grande correndo in moto, oltre a un podio con pioggia al Mugello, è stato il giorno in cui ho insegnato a guidare a un ragazzo con handicap, in un piazzale. Vederlo così motivato e felice nonostante le difficoltà, mi ha regalato una sensazione bellissima.
Bettina, ci parli dei tuoi test a Le Mans nei giorni 3-4 aprile?
Il viaggio Andare a Le Mans è un po’ un casino. Andarci in macchina è un’opzione poco vantaggiosa e molto lunga. Così, dopo l’esperienza dell’anno scorso con la gara dell’europeo femminile FIM Women Cup, decido di volare. Il piccolo aeroporto della città situato proprio di fianco al Circuito Bugatti è solo per i voli privati, ovviamente non mi posso certo permettere questo lusso, per cui mi tocca per forza il volo con EasyJet da Malpensa a Parigi Charles De Gaule, rannicchiata come una sardina. Mi immaginavo che il valigione Dainese ingombrante e fuori misura sarebbe stato un problema con una compagnia Low Cost, e che il casco al suo interno avrebbe preso troppe botte. Invece fila tutto liscio come l’olio ed è tra i primi a girare sul nastro del ritiro bagagli. Per proseguire il viaggio da Parigi si può scegliere di prendere il treno fino alla Gare di Le Mans e poi il taxi. Oppure l’alternativa è di noleggiare una macchina, scelta che si è rivelata azzeccata, visti gli scioperi di quei giorni dei mezzi di trasporto parigini. Per mia fortuna la ragazza di Europcar, vedendo la mia felpa Yamaha, impazzisce all’idea di una ragazza pilota, e mi offre il navigatore come accessorio gratuito. Ciononostante riesco comunque a girare intorno al parcheggio dell’aeroporto per tre volte, prima di trovare l’entrata dell’autostrada. Essendo partita alle 10 del mattino da Malpensa, sono la prima del gruppo ad arrivare in albergo. La stanza è piccolissima e non ci sono armadi. Praticamente o entro io o la valigia. Per cui, dovendola dividere con la mia compagna di team Amandine, tolgo i vestiti che mi servono, li metto per terra a fianco al letto, e ripongo il borsone in macchina. L’albergo si trova a 5 minuti di macchina dal circuito ma ha due stelle. In Francia mi è capitato spesso di pensare che rispetto allo standard italiano bisogna sempre considerare una stella in meno; invece chiudendo qualche occhio sulla dimensione e organizzazione, mi meraviglio che la mia sgabuzzino-stanza è pulitissima e ben riscaldata; due cose che per me che sono svizzera alla fine sono l’unica cosa su cui non transigo. Mi rilasso un paio d’ore guardando su Youtube qualche on board delle 24 Ore passate, quindi mi dirigo in circuito, dove faccio qualche selfie in attesa del team. Scarichiamo le due moto nel nostro box, che sarà lo stesso durante la settimana della gara. Purtroppo questi due giorni di test ufficiali sono molto cari, quindi gireremo con una sola moto, tenendo l’altra di riserva. Tutto pronto per l’indomani, ma il meteo è incerto, quindi abbiamo una moto settata per asciutto e l’altra per il bagnato. Discutiamo su come organizzarci per le prove, e decidiamo di alternarci ogni 20 minuti, senza sosta. Tiriamo a sorte per decidere chi inizierà per prima: ovviamente, come già a Barcellona, sempre io! Ma a differenza delle altre non mi cambia molto, anche perché odio dovermi svegliare presto e poi attendere. Arriva la sera. Finalmente una bella bistecca da Buffalo Grill e poi dritte a letto.
Si comincia con le prove! La mia compagna fortunatamente non russava, ma io ero nervosa e agitata. Avrò dormito si e no due ore, pensando che oggi sarei stata in pista con campioni mondiali; io che vengo da due anni di Coppa Italia, una gara nell’Europeo femminile e una nel CIV, dove ho demolito la mia moto. Quando suona la sveglia, alle 6.45, sono già sveglia da due ore, ho la nausea e sento lo stomaco stritolarsi in gola. Una doccia calda non mi aiuta a rilassarmi, e la colazione… beh meglio non parlarne troppo, perchè si sa i francesi non sono proprio dei geni in cucina. Penso solo che a furia di girare tra i circuiti italiani mi sono abituata fin troppo bene, e ad occhi chiusi tento di mandare giù una mini ciambella e del latte con strani grumi.
Arriviamo in pista verso le 7.40. La vita qui è già frenetica, e si sentono le prime moto accendersi. L’asfalto è asciutto per il momento, ma tutti continuano a tenere d’occhio il cielo. Non me ne preoccupo troppo e faccio una bella foto della pitlane, con delle nuvole infuriate che fanno sembrare la mia una foto notturna. Vado a cambiarmi nel furgone riscaldato, le mie mani sono gelate, mi siedo un attimo vicino al riscaldamento elettrico, chiudo gli occhi e mi rilasso, facendo mente locale prima sul circuito e poi sull’ultima volta in cui ho guidato sotto la pioggia al Mugello, la mia pista. Mancano 10 minuti, sono pronta e finalmente tranquilla e felice di poter di nuovo guidare in una pista che adoro, nonostante le temperature e il meteo spesso ostile. Parto con le slick, ma non faccio in tempo a finire la corsia di entrata in pista che gocce di pioggia giganti iniziano a tintinnare sulla mia visiera: in meno di 5 secondi mi ritrovo fradicia. Prego di non fare casini con le slick e percorro tutta la pista molto dolcemente. Per fortuna arrivo al box senza inconvenienti, mi metto la mantellina della pioggia, mentre aspetto che scaldino il motore della moto di riserva. In passato mi è capitato spesso di andare per strada con la pioggia, ma le volte che ho girato in circuito sul bagnato sono poche, anche se in una di queste ho fatto un podio in Coppa Italia. Mi dico che da allora è passato molto tempo, ed è meglio se ritrovo il feeling con molta calma. Molto probabilmente in questi due giorni non avremo l’occasione di girare su pista asciutta, per cui tanto vale rassegnarsi all’idea e prenderla positivamente. In fondo siamo in Francia, ed è probabile che ci possa essere acqua anche durante la gara. Non è poi così male quindi poter testare la moto anche in queste condizioni.
Chiaramente appena si è messo a piovere nella mia testa si è azionato il meccanismo di difesa: “siamo qui per testare due giorni e per poterlo fare senza perdere tempo è meglio non cadere”. Per questo motivo ho preso i due giorni come un allenamento, alla ricerca di feeling sull’asfalto bagnato, e mi sono limitata a girare con la testa, senza esagerare. È piovuto molto forte per tutte e due le giornate, ma ogni volta che riuscivo a trovare un feeling maggiore e spingevo di più, la moto rimandava dei segnali negativi che bisognava risolvere. Per esempio alla fine del primo giorno, l’anteriore sembrava subisse un effetto aquaplaning su ogni rettilineo, a qualsiasi velocità e marcia. Un problema che abbiamo risolto unicamente sostituendo la gomma al secondo giorno. Sono stati due giorni molto intensi, dove la concentrazione da parte mia e stata sempre molto alta. Alla fine sono tornata a casa un po’ amareggiata: il team in generale per ora non sembra essere sufficientemente competitivo, ma le altre se ne preoccupano molto meno di me. Certo, questa 24 ore per me è un’esperienza completamente nuova, ed è evidente che ho molto da imparare e da correggermi. L’obiettivo principale è riuscire ad adattarmi alla moto, nonostante al momento le risposte che mi dà non mi siano familiari. Ma sono sicura che entro il giovedì delle qualifiche avrò fatto progressi in questo senso!
Durante i test a Barcellona mi ero già resa conto che la gara di Endurance si differenzia da qualsiasi gara dei campionati italiani a cui sono abituata io. Qui a Le Mans mi è diventato ancora più chiaro che arrivare preparata a una 24 Ore in sé è una sfida più grande della gara stessa. Per prima cosa la moto viene settata in funzione delle tre persone differenti che si alternano alla guida. All’inizio ero convinta che durante i vari pit-stop fosse possibile almeno variare di qualche click le sospensioni, in modo da non dover essere tutte legate esattamente dalla medesima regolazione; anche se la base doveva sempre essere la stessa. Invece sembra che mi sbagliassi, e a quanto pare una volta scelto un setting non lo si tocca più per tutta la gara, salvo eccezioni particolari. Questo comporta che la moto non viene cucita su misura per ogni pilota, ma deve essere un compromesso tra le differenti preferenze. Come outsider del team mi rendo ora conto di non avere la possibilità di girare a sufficienza per abituarmi a una regolazione completamente differente dal mio stile. Le altre la conoscono già, ci hanno corso diverse gare di durata. Io ho fatto solo cinque giorni di test. Ma non mi preoccupo più di tanto! Il mio motto è sempre stato “le gare si vincono alla bandiera a scacchi” e anche se questa volta non mi aspetto tanto, so di avere molto margine di miglioramento. Un altro aspetto che non pensavo avrei subito così tanto è la pressione di guidare una moto non mia. Ho sempre corso con moto di proprietà, il che significava la consapevolezza che male che potesse andare sarei tornata a casa con qualche pezzo in meno, ma senza debiti con nessuno. Oggi invece mi rendo conto che spesso non spingo al massimo, per evitare disastri con una moto che non mi appartiene. E, soprattutto, con una moto che durante le 24 ore di gara non dovrebbe cadere! Ancora una differenza: le gare sprint durano 10, al massimo 15 giri. Quindi il deteriorarsi degli pneumatici non è così importante. In una gara di durata invece è importante minimizzare questo fattore, e si va a lavorare sull’assetto moto in maniera differente. Per esempio anche la più forte di noi durante le prove di Le Mans rientrava ai box con le gomme quasi fredde. La moto in questo modo rimane più difficile da gestire, perché invece di incollarsi a terra tende spesso a pattinare, soprattutto in una situazione con forte pioggia, come quella che abbiamo testato in questi giorni. Nonostante tutte queste difficoltà nel trovare il giusto feeling per essere competitive, cerco di restare positiva e di lavorare molto mentalmente. Durante i test ufficiali nessuna di noi è stata in grado di stampare un tempo che ci permetterà di qualificarci, nonostante tutte abbiamo in due giorni migliorato. Sinceramente mi aspettavo di fare dei test più estenuanti, dove la ricerca di una regolazione che ci permettesse e soprattutto ci aiutasse ad essere veloci fosse l’obiettivo principale. La moto è molto agile e facile nei cambi di direzione a discapito di altri fattori della ciclistica. Questa filosofia per me che vengo da realtà del tutto differenti è difficile da accettare e capire, ma chiaramente dato che non sono io a prendere decisioni mi ci dovrò adattare, come tutte.
Resta poco tempo per poter ancora provare soluzioni differenti, per cui quello che cerco di fare è arrivare alla qualifica con il pensiero fisso che tutte queste difficoltà non esistono, e che posso fidarmi guidando come ho sempre fatto. La testa libera da pensieri o preoccupazioni è spesso la migliore soluzione per poter andare forte. Fisicamente per la gara ora mi sento pronta, mentalmente non lo sono ancora del tutto, e inizio a sentire la pressione. Quindi ora cercherò più serenità. Il resto cercherò di viverlo giorno per giorno insieme a voi. Di sicuro porterò a casa un nuovo bagaglio di esperienza, che spero mi renderà più competitiva nei campionati italiani.
Il Girls Racing Team Si chiama Girls Racing Team, ed è una squadra di sole donne nata nel 2013 per correre nell’Endurance. Lo ha creato Muriel Simorre, francese di Grenoble. Una vita da stradista sportiva, che nel 2008 conosce Pierre Pesselier, suo compagno e pilota d’Endurance. È lui a spingerla in pista, e oggi è lui il team manager della squadra. Le altre pilote del Team sono Amandine “Tornado nr 41” Creusot, anche lei francese, e Jolanda Van Westrenen, olandese. Il debutto del Team è andato oltre ogni più rosea aspettativa, con la vittoria nella 600cc alla 24 Ore di Barcellona. Sono seguite altre gare meno fortunate, fino al Bol d’Or 2017, quando le nostre tre ragazze hanno chiuso al 15° posto. Ora arriva Le Mans. Muriel si pone come primo obiettivo la qualificazione, che di per sé non è facile in una gara di questo livello, dove corrono squadre ufficiali con piloti campioni del mondo. Poi, ammette che sarebbe bello migliorare il 15° posto in categoria Superstock dello scorso anno. Amandine punta a migliorare il suo best lap, Jolanda vuole migliorarsi e portare a termine la gara senza cadere. Tutte e quattro puntano a divertirsi. Perché la 24 Ore è soprattutto questo: una fantastica occasione per divertirsi in squadra!
Apriamo una finestra sull’Endurance? Si comincia con un’intervista di Federico Natali, che ha corso una 24 ore (Le Mans) e che oggi fa il collaudatore. Poi nel corso della stagione… Ma iniziamo da Federico!
La passione che trasuda da ogni poro è una meraviglia che merita tanto rispetto. Si legge l’essenza delle corse, quella che, seppur in maniera più semplice e limitata, ho avuto la fortuna di provare (semplice e limitata, ma comunque intensa. Le farfalle svolazzanti nella panza quando si arrivava sul tracciato le ricordo bene 😉 In più ‘ste moto sono molto ma molto più belle di quelle della MotoGP. A me lasciano a bocca aperta, hanno un fascino unico e possiedono un’aurea racing sensibilmente più accattivante delle sorelle prototipi (o prototipe?).
Prototipe è bello,piacerebbe alla ex Presidenta della Camera 😉
Sono belle si le moto in configurazione Endurance,hanno accorgimenti particolari per il cambio ruote e pastiglie dei freni per esempio con raccordi rapidi per non perdere pressione e dover rifare lo spurgo Sono belle per i serbatoi maggiorati (24 litri credo,il consumo medio è di meno di 5 litri/km) per i tappi rifornimento rapido che può essere a “caduta” o a pressione,per cui spesso sono anche doppi i fanali,di serie e aggiuntivi danno l’impressione di un mezzo di serie
Sono belle alla fine della gara,sporche e vissute come piacciono a me 😉
Eh, si. Oggi ho sentito due persone, avrei i racconti diretti. Compreso il fatto che Poggiali… è caduto. Lì la vita è frenetica e sto aspettando per capire se questa sera riescono a mandarmi del materiale da pubblicare. Altrimenti direi che si va a domani. Tra l’altro domani sera Giangi sarà lì sul posto.
Allora in attesa dei nostri contributi approfitto del sito amico corsedimoto.com che ci informa della prima giornata di prove con il racconto del bravo ed esperto Alessio Piana
L’omogeneità degli equipaggi di punta, con il conseguente calcolo del tempo medio di ciascuna squadra in virtù dei migliori crono siglati da ciascun pilota, ha proiettato in cima alla graduatoria il Team Kawasaki SRC, in pole provvisoria in 1’37″545 grazie ai tempi di Randy De Puniet (1’37″181), Jeremy Guarnoni (1’37″529) e Mathieu Gines (1’37″925).
LA COSTANZA PAGA – In una qualifica al Circuit Bugatti inusitatamente caratterizzata da elevate temperature (non così distanti dai 30°, quasi 40° dell’asfalto!), viene premiata la costanza di rendimento dello squadrone di Gilles Stafler. Con la Ninja ZX-10RR #11 gommata Pirelli tutti e tre i piloti titolari sono scesi sotto il muro dell’1’38”, per quanto non siano stati i più veloci nel loro stesso gruppo di appartenenza. In virtù del regolamento vigente Kawasaki SRC, in trionfo in 5 delle ultime 8 edizioni disputate della 24 ore della Sarthe, si ritrova così davanti per l’inezia di 58 millesimi (!) rispetto al tempo medio del trio F.C.C. TSR Honda con la vecchia CBR 1000RR Fireblade in configurazione 2016 condotta da Freddy Foray, Alan Techer e Josh Hook. Distacchi contenuti anche per gli altri inseguitori: Tecmas BMW, al top nelle qualifiche del gruppo blu con Julien Da Costa (1’37″013, il più veloce in assoluto oggi) e del gruppo rosso con David Perret (1’37″427), complice un crono abbastanza alto di Camille Hedelin si ritrova terza a 150 millesimi dalla vetta di un soffio davanti a YART Yamaha. La compagine supportata direttamente da Yamaha Factory e Bridgestone primeggia nelle qualifiche del gruppo giallo con Marvin Fritz (1’37″043), ben figura anche con il veterano Broc Parkes (1’37″124), ma paga dazio con il neo-acquisto Takuya Fujita (1’39″360) che di strada ne dovrà percorrere per non far rimpiangere Kohta Nozane…
GMT94 YAMAHA CON CANEPA 6° – Tra gli altri squadroni del FIM EWC il rinnovato Team NRT48, nuova compagine di riferimento BMW Motorrad Motorsport, conquista provvisoriamente il quinto tempo con la S1000RR #48 condotta da Kenny Foray (1’37″283), la stella del BSB e delle road races Peter Hickman (1’38″265) e la velocissima Lucy Glockner (1’38″053) a precedere i Campioni del Mondo in carica di GMT94 Yamaha. Detentori del trofeo della 24 ore, secondo consuetudine per i team gommati Dunlop sono stati risparmiati degli “stickers” senza usufruire di gomme da tempo, ritrovando pertanto il nostro Niccolò Canepa provvisoriamente sesto in equipaggio con David Checa e Mike Di Meglio, quest’ultimo incappato in una scivolata alla Garage Vert. Nessun inconveniente per Suzuki S.E.R.T. con la nuova GSX-R 1000 condotta da Vincent Philippe, Etienne Masson e Gregg Black attualmente settima ritrovando Dominique Meliand al muretto box, tutt’altra vita per le altre due squadre inseguitrici: Honda Endurance Racing (8°) sconta due (!) cadute di Gregory Leblanc nel proprio turno di appartenenza, una scivolata invece per Christian Iddon con la BMW Penz13 classificatasi nona annoverando nel trio titolare anche Michael Laverty e Danny Webb.
CHE LOTTA IN SUPERSTOCK – La grande bagarre del Mondiale Endurance si estende anche alla classe Superstock. Campioni del Mondo in carica, Yamaha Viltais (passata da pneumatici Michelin a Dunlop) si assicura la pole provvisoria, ma in assoluto il più veloce di giornata della categoria è il nostro Kevin Manfredi. Ingaggiato dallo squadrone Kawasaki Louit Moto e reduce dal trionfale weekend nel CIV Supersport a Misano, con la Ninja ZX-10RR #33 gommata Pirelli ha fermato i cronometri sull’1’38″021, pole “personale” del giovedì a Le Mans. Bene, molto bene anche Roberto Rolfo alla prima con la Yamaha Moto Ain viaggiando in 1’38″234, ritrovandosi davanti a tutti nelle qualifiche del gruppo blu. Sempre in “Casa Italia”, il No Limits Motor Team di Moreno Codeluppi inizia la sua tredicesima 24 ore di Le Mans con la GSX-R 1000 #44 attualmente 11° di classe (28° assoluta) con il trio titolare formato da Luca Scassa (1’39″793), Christian Gamarino (1’39″806) e Michael Mazzina (1’41″631). Proseguendo nella trafila delle squadre italiane, il team AvioBike di-e-con Giovanni Baggi affiancato dai fratelli Christian e Federico Napoli più Stefano Fugardi “riserva” si ritrova 17° di classe (35° assoluto) alla prima esperienza di squadra a Le Mans, a seguire lo Special Team Ducati by Z Racing con la Panigale R #57 condotta da Ricardo Saseta, Lionel Ancelin e Jacopo Zizza “riserva” più il rientrante bi-Campione del Mondo Manuel Poggiali, il quale non ha preso parte alle prime qualifiche per una caduta questa mattina nelle libere alla chicane Dunlop
L’aggiornamento di Federico Natali è pubblicato in home. Mi sta inondando di messaggi Whatsapp, perché anche oggi il “suo” Kevin Manfredi sta andando come un missile.
Bettina invece mi ha scritto poco fa che si è trovata nel gruppo che ha fatto la pole per la gara, quello più veloce. E lei… non è rientrata nei tempi. Ora la lasciamo decantare un po’ eh 🙂
Vissuta da dentro con lo spirito giusto diventa un’esperienza extrasensoriale 😉
Per onore di cronaca riporto la classifica finale,me in fondo non è importante,hanno ed abbiamo vinto tutti come ti ho scritto,ad iniziare dal viaggio in moto dall’Inghilterra atttraverso l’Eurotunnel fino a quel nastro di asfalto dove arriva il vento dell’oceano,un oceano di gente sotto tutte le bandiere
L’essenza dell’unità dei popoli sotto l’egida dello sport,della tecnica,della competizione,dell’umanità,e Davide Checa quest’anno ne è stato il portacolori con quel “potete metterla a posto?” Ancora oggi mi si inumidiscono gli occhi,maledetto romanticismo d’epoca ! “Certo che la mettiamo a posto,dovesse essere l’ultima cosa che facciamo !” avrei risposto Ognuno fa il proprio dovere,fa quello che sa al meglio E questa è l’importanza della Squadra,non importa essere fenomeni,anzi non ne esistono fenomeni,o tutti lo sono a modo loro,e dura un anno intero,perchè già alla fine delle 24 ore già si pensa al prossimo anno,si inizia a ricordare le cose da fare meglio,oggi è già domani
Nota a parte per i Francesi che ospitano,nessuno bravo come loro,organizzazione e fauna perfetta,notte e giorno da decenni,sempre sul pezzo
La partenza “stile le mans” non a caso,il rispettoso silenzio surreale dell’attesa prima di sentire 120 suole di stivali,240 pistoni,quasi 4000 valvole in movimento e l’urlo liberatorio pr affrontare il primo degli 843 giri per 3528 chilometri !
Come fanno a resistere 24 ore in questa atmosfera ci si domandava ieri,mi scoppia il cuore solo pensarlo,si che farei anche lo sguattero pur di esserci Poi la notte,le luci,la vera sfida di nervi e muscoli,di cervello e cuore,di vicinanza ancor più selettiva,quasi intima del pubblico con meccanici,piloti e mezzi
Una squadra di centomila persone ha una forza che non immaginiamo,ecco perche’ le tante volte che sono stato a vedere mi sono sentito totalmente partecipe e lo consiglio come esperienza perchè è la sintesi di tanti valori e passioni tutte insieme.
Insomma è andato tutto bene,ed in fondo di chi ha vinto c’importa una sega 😉
Curioso, questa mattina parlavo al telefono con Giangi e gli ho citato proprio il Team Bolliger. Si parlava della scelta di campo di alcuni team privati, di impegnarsi nell’Endurance piuttosto che in un campionato sprint. L’Endurance non è facile per niente, ha sue precise peculiarità, e fatta bene sicuramente costa. Tra l’altro, negli anni la prestazione è salita anche nell’Endurance e non è che vadano tanto tanto piano quelli della 24 ore.
Bolliger me lo ricordo quando ero ragazzino, e guardavo le foto degli articoli sull’Endurance. Vincevano tutto Leon e Chemarin (ti ricordi Franco?), ma Bolliger era sempre lì.
Ecco, sarebbe interessante capire perché alcuni team, molti francesi, ma anche tedeschi, lo svizzero Bolliger, e non so chi altro, da tanto tempo hanno scelto l’Endurance.
“L’ambiente, l’atmosfera, entrambi unici. Credevo di rivivere le prime gare degli anni ’90, con tutta quella gente nel paddock, dove le hospitality si mischiano ai camper; il calore provato era il contrario del freddo distacco degli altri campionati. Il paddock dell’Endurance è 1000 volte meglio e la gara è una favola”.
E poi, la notte…
Quello che immaginavo
Nell’endurance non esistono muri divisori o conflitti interni, perché si sta tutti sulla stessa barca e l’unione fa la forza”.
Nota curiosa
“nell’ultimo tratto di pista molti tifosi grigliavano la carne, di giorno e di notte; bè, il profumo arrivava sino in pista ed io avevo una fame…(ride)”.
“Incredibile; l’orologio della pista che fa il conto alla rovescia, i commissari che preparano le bandiere, gli staff delle squadre che si avvicinano al muretto dei box… il pubblico applaude ogni classificato e l’adrenalina sale alle stelle, in una esperienza davvero unica. Quando mi hanno detto che la 24 Ore mi sarebbe piaciuta, ora posso dirlo: è molto stancante ma… la rifarei subito!”
Gamarino
Qualcuno ha mai sentito dire “pelle d’oca ad un pilota ?
Sulla linea di partenza, con gli aerei che sfrecciavano in cielo ed il pubblico che cantava in coro la marsigliese, mi è venuta la pelle d’oca. vedere tutta quella gente è stato incredibile. La 24 Ore è una corsa della madonna”.
Sei mesi e si ricomincia dalla classica delle classiche sul Bugatti del 1966 con la 1000 km del ’69 per poi arrivare alla 24H del ’78!
Con 71 € d’ingresso si fa tutto e se non sono cambiate le cose,in autostrada le moto non pagano
Spettacolo per Pasqua ! (20/21 Aprile la gara,tutta la settimana precedente le prove)
Ci sono i #44 del No Limits di Moreno Codeluppi e tanti altri,uno tra tutti #8 Hanspeter Bolliger ininterrottamente presente da 25 anni sia alla 24H che al bol D’or,un mito !
Quando leggo di “promoter agreement” con network televisivi mi tremano le vene dei polsi
Se c’è un evento dove conta solo esserci fisicamente questo è l’endurance motoristico,in televisone è come baciarsi da dietro ad un vetro (versione pudica) 😉
Eurosport comunque ha evidentemente dei buoni ritorni dall’Endurance. In Francia la guardano parecchio, che io sappia. Per me è un po’ un calcio nel pallottoliere, perché è una specialità che può essere raccontata solo con telecamere che vivono dentro la gara, dentro i box, dentro lo spettacolo vero. Se mi fai vedere la pista e le curve torno subito alla MotoGP, dove si capisce cosa succede e chi vince
Dal sito corsedimoto direttamente dalla penna di Alessio Piana :
Una 24 ore di Le Mans che si è decisa negli ultimi 7 minuti di gara, con le prerogative di sempre dell’Endurance: ecco perché il FIM EWC emoziona sempre più 23 aprile 2019 – 11:13 Il campionato dei pensionati, il cimitero degli elefanti, una specialità noiosa, poco coinvolgente e per nulla votata allo spettacolo. Per anni del Mondiale Endurance si è detto tutto questo. Spesso da parte di chi non conosceva peculiarità e prerogative della specialità, lasciandosi andare a valutazioni basate su luoghi comuni e ben pochi elementi oggettivi. L’ennesima smentita di questa tesi di pensiero trova nell’edizione 2019 della 24 ore motociclistica di Le Mans la sua più (bella) rappresentazione. Una maratona Endurance risoltasi soltanto nel finale e, di fatto, a 7 minuti dal termine. Sorpassi, pathos, tensione ed emozione. Tutto questo si è vissuto nel weekend pasquale sul circuito della Sarthe, per una 24 ore entrata già di diritto nella storia.
“We Love Endurance” non è soltanto il claim scelto dal promoter Eurosport Events per celebrare il rinnovo decennale con la FIM ufficializzato venerdì scorso. A tutti gli effetti è il sentimento che provano tutti gli attori protagonisti delle corse di durata, ma anche e soprattutto il pubblico al loro seguito. La 24 Heures Motos 2019 rientra tra le gare destinate a segnare un’epoca, ribadendo la crescita esponenziale sotto tutti gli aspetti del FIM EWC. L’Endurance si è evoluto, diventando da gare “di resistenza” ad effettive gare sprint articolate sulla distanza di 8 o 24 ore. Le Mans è la miglior rappresentazione in tal senso, con il fattore umano che ha fatto la differenza.
La vittoria più sofferta, ma anche la più bella. Il Team Kawasaki SRC di 24 ore ne ha vinte a bizzeffe nell’ultimo decennio, ma doveva riscattare una serie di battute a vuoto registratesi nell’ultimo periodo. Al Bol d’Or, non più tardi dello scorso mese di settembre, un problema tecnico aveva precluso loro una vittoria che sembrava già in saccoccia. In quella circostanza Jeremy Guarnoni si era lasciato andare a lacrime di disperazione per l’obiettivo sfumato sul più bello. Trascorsi 7 mesi, le sue lacrime sono di gioia per una prestazione-capolavoro. “Il giorno più bello della mia vita“, ha ammesso Jey, con tutte le ragioni di questo mondo. Quando nell’ultimo stint recuperi (quasi) 20 secondi sul leader, sei autore di una prestazione da antologia. Oltretutto con specifiche Pirelli a disposizione di tutti i team, confermando il suo perfetto affiatamento con il pacchetto tecnico a sua disposizione che gli ha permesso di affermarsi quale nuovo “capitano” dello squadrone diretto da Gilles Stafler.
Nell’ultimo stint Guarnoni doveva recuperare quasi 20 secondi da Hernandez, fuggitivo con Honda Endurance Racing, ma con l’incognita legata ai consumi. La squadra di Honda Motor Europe puntava ad effettuare 2 soste (!) in meno rispetto alla concorrenza. Alla fine, forse per un errore di calcolo, ha persino dovuto compiere uno splash-and-go all’ultimo giro, ma non prima di subire il sorpasso da Guarnoni. Una rimonta resa possibile dal passo formidabile dell’originario di Tolosa, ad un certo punto messa in discussione dall’ingresso della Safety Car. Poteva concludersi la gara sotto regime di neutralizzazione, vanificando un finale pirotecnico dove Jey ha portato a termine la “remuntada”, celebrando con Kawasaki SRC, Pirelli ed i suoi compagni di squadra David Checa ed Erwan Nigon un successo storico
classifica finale
1 TEAM SRC KAWASAKI FRANCE Kawasaki 1 EWC 839 24:00:54.139 2 Honda Endurance Racing Honda 2 EWC 839 24:01:54.689 3 Suzuki Endurance Racing Team Suzuki 3 EWC 838 24:01:08.610 4 WEPOL Racing Yamaha 4 EWC 828 24:00:56.861 11 Lp. 5 Bolliger Team Switzerland Kawasaki 5 EWC 827 24:02:19.550 12 Lp. 6 3ART- MOTO TEAM 95 Yamaha 6 EWC 822 24:02:36.039 17 Lp. 7 MOTORS EVENTS Suzuki 1 SST DIT 821 24:01:11.430 18 Lp. 8 National Motos Honda 7 EWC 821 24:02:05.048 18 Lp. 9 MOTO AIN Yamaha 2 SST DIT 818 24:01:17.039 21 Lp. 10 Team 33 Coyote Louit Moto Kawasaki 3 SST 816 24:01:15.537 23 Lp 11 FANY GASTRO BMW MOTORRAD- by ME… BMW 8 EWC 812 24:01:09.587 27 Lp. 12 Wójcik Racing Team Yamaha 9 EWC DIT 808 24:01:12.871 31 Lp. 13 Junior Team LMS Suzuki Suzuki 4 SST 808 24:01:36.144 31 Lp. 14 OG MOTORSPORT BY SARAZIN Yamaha 5 SST DIT 807 24:02:23.814 32 Lp. 15 Motobox Kremer Racing #65 Yamaha 10 EWC 806 24:02:23.008 33 Lp. 16 AM Moto Racing Competition Kawasaki 6 SST DIT 804 24:02:15.823 35 Lp. 17 BMRT 3D MACCIO RACING Kawasaki 7 SST DIT 802 24:02:12.350 37 Lp. 18 PITLANE ENDURANCE Yamaha 8 SST DIT 801 24:01:14.322 38 Lp. 19 VRD IGOL PIERRET EXPERIENCES Yamaha 11 EWC 799 24:02:27.147 40 Lp. 20 Slider Endurance Yamaha 9 SST DIT 792 24:02:38.950 47 Lp. 21 ITeM 17 Kawasaki 1 EXP 783 24:01:24.305 56 Lp. 22 FGN RACING Yamaha 10 SST DIT 780 24:01:30.634 59 Lp. 23 Falcon Racing Rennes Motos Yamaha 11 SST 778 24:01:04.674 61 Lp. 24 Dunlop Motors Events Suzuki 12 SST 776 24:01:03.743 63 Lp. 25 Team LRP Poland BMW 12 EWC 775 24:02:00.586 64 Lp. 26 Team 18 Sapeurs Pompiers Kawasaki 13 SST DIT 765 24:01:59.115 74 Lp. 27 WEBIKE TATI TEAM TRICKSTAR Kawasaki 13 EWC 765 24:02:26.846 74 Lp. 28 Glazik Moto – Sport Passion Endurance Suzuki 14 EWC 760 24:01:29.971 79 Lp 29 SEIGNEUR MOTORSPORT RACING BMW 14 SST DIT 757 24:02:15.687 82 Lp. 30 GIRLS RACING TEAM Yamaha 15 SST DIT 753 24:01:04.113 86 Lp 31 Mana-au compétition soutient la Ligue contre … Suzuki 16 SST DIT 747 24:01:07.160 92 Lp. 32 MACO RACING Team Yamaha 15 EWC 745 24:02:34.971 94 Lp. 33 LCR ENDURANCE Yamaha 17 SST DIT 744 24:01:15.281 95 Lp 34 MOTOSTAND ENDURANCE Kawasaki 18 SST DIT 740 24:01:57.795 99 Lp. 35 F.C.C. TSR Honda France Honda 16 EWC 739 24:02:35.461 100 Lp. 36 TEAM 202 Yamaha 19 SST DIT 720 24:01:58.762 119 Lp. 37 METISS Metiss 2 EXP DIT 666 24:02:03.727 173 Lp.
Arrivate anche le Girls racing team, Jolanda Van Westrenen, Mélodie Coignard, Mélissa Paris et Amandine Creusot.
I Francesi hanno una marcia in più anche tra le donne nel settore Endurance
Ci siamo,a sorpresa si parte subito per il Campionato 2020,il 14 Dicembre debutta la Ducati ufficiale affidata all’esperto team ERC per la 8 ore di Sepang
LE PAROLE DI PAOLO CIABATTI “Il Team ERC Endurance potrà contare sul supporto di Ducati e Ducati Corse con la presenza di ingegneri elettronici ad ogni gara“, ha amesso Paolo Ciabatti. “La moto correrà con specifiche tecniche del Mondiale Superbike, preparata in Ducati Corse dai meccanici del Team ERC con il supporto dei nostri ingegneri.“
Sesta casa rappresentata al Mondiale più mondiale del mondo 😉
Sai Franco che questa storia della Ducati mi intriga? Sarà la prova del nove di un’affidabilità e di una costanza di prestazioni raggiunte. Già hanno intervalli chilometrici fra i più lunghi per le manutenzioni delle moto stradali. Ora vediamo come se la caveranno nell’Endurance.
1 Yamaha Sepang Racing MORBIDELLI FrancoSYAHRIN VAN DER MARK Yamaha 2 F.C.C. TSR Honda France HOOK Josh * FORAY Freddy DI MEGLIO Mike Honda 3 YART – YAMAHA PARKES Broc FRITZ Marvin CANEPA Niccolò Yamaha 4 BMW MOTORRAD WORLD ENDURANCE TEAM MYKHALCHYK REITERBERGER FORAY BMW 5 VRD IGOL PIERRET EXPERIENCES ALT Florian * MARINO Florian SIMEON Xavier Yamaha 6 WEBIKE SRC KAWASAKI FRANCE GUARNONI Jérémy NIGON Erwan CHECA David Kawasaki 7 Team ERC Endurance JEŽEK Ondrej * DE PUNIET Randy ROSSI Louis Ducati 8 Wójcik Racing Team REA Gino * BERGMAN Christoffer MAURIN Axel Yamaha 9 Honda Asia-Dream Racing with SHOWA ZAIDI IZDIHAR CHANTRA Honda 10 BMW Sepang Racing KAMARUZAMAN Azlan * NORRODIN Adam DA COSTA Julien BMW 11 Suzuki Endurance Racing Team PHILIPPE Vincent * MASSON Etienne BLACK Gregg Suzuki 12 TONE RT SYNCEDGE 4413 BMW HOSHINO Tomoya * ATSUMI Kokoro ISHIZUKA Takeshi BMW 13 MOTO AIN ROLFO Roberto * MULHAUSER Robin CLERE Hugo Yamaha 2 SST 14 TECMAS BMW GMC HEDELIN Camille * MASBOU Alexis PERRET David BMW 15 SUZUKI JEG – KAGAYAMA LEBLANC Grégory * URAMOTO Naomichi TSUDA Takuya Suzuki 16 MACO RACING Team STEINMAYR Philipp ELLISON James HANIKA Karel Yamaha 17 Bolliger Team Switzerland STAMM SUCHET WALRAVEN Kawasaki 18 National Motos DEBISE Valentin * OKUBO Hikari Honda 19 GERT56 by GS YUASA KERSCHBAUMER Stefan GLÖCKNER BIJSTERBOSCH BMW 20 MOTORS EVENTS WESTMORELAND James * LINFOOT Dan NIGON Johan Suzuki 21 TATI TEAM BEAUJOLAIS RACING TECHER Alan * DENIS Kevin ENJOLRAS Julien Kawasaki 22 Team 33 Coyote Louit Moto BOULOM GAMARINO MANFREDI Kawasaki 23 No Limits Motor Team SCASSA Luca * KEMMER Christopher VITALI Luca Suzuki 24 Team Aviobike BAGGI Giovanni * BOSCOSCURO Andrea ROSSO Niccolò Yamaha 25 BMRT 3D MAXXESS NEVERS LOISEAU Anthony * HARDT Jonathan PILOT Julien Kawasaki 26 3ART- MOTO TEAM 95 LUSSIANA Matthieu * BERCHET Morgan PLANCASSAGNE Alex Yamaha 27 KRP SANYOKOUGYOU & will raise RS-ITOH YANAGAWA Akira ITO Kazuki IZUTSU Hitoyasu Kawasaki 28 Team R2CL KONNO Yoshihiro * SELLER Clinton MORAIS Sheridan Suzuki 29 TEAM PLUSONE SEKIGUCHI Taro * SAKAI Daisaku NAGOE Kousuke BMW 30 Rac 41 ANTIGA Guillaume * TESSELS Wayne BONNOT Maxime Honda 31 TEAM HANSHIN RIDING SCHOOL SANO Katsuto * OKAMURA Mitsunori Kawasaki 32 MOTOTECH EWC TEAM FASTRÉ Grégory * BUCHNER Marc GODFREY Benjamin Yamaha 33 Team LRP Poland VINCON Dominik * BÜHN Jan LEWANDOWSKI Bartlomi… BMW 34 PITLANE ENDURANCE PELLIZOTTI Maxim * GRANZOTTO Clément DE LA ROSA Gino Yamaha 35 Team Kodama KODAMA Yuta * TOKUDOME Kazuki Yamaha 36 HRT 100 – Hertrampf Racing Endurance NEKVASIL Marco BOS Bobby FRIEDRICH Arnaud Ducati 37 Bertl K. Racing Team THÖNI Nico * VALTONEN Ville WALCHHÜTTER Lukas BMW 38 Wójcik Racing Team 2 SZKOPEK Marek PASEK Adrian BIESIEKIRSKI Piotr * Yamaha 39 OG MOTORSPORT BY SARAZIN CHARPIN Mathieu * DIGUET Julien HUGOT Jonathan Yamaha 40 Motobox Kremer Racing #65 DEHAYE Geoffroy * STRÖHLEIN Stefan ORTIZ Gregory Yamaha 41 Yamashina Kawasaki Racing Auto Race SHINJO Masahiro NAKAMURA Shuichiro MATSUMOTO Masayuki Kawasaki 42 ENERGIE ENDURANCE 91 NAPOLI Christian * NAPOLI Federico PEŠEK Karel Kawasaki 43 AM Moto Racing Competition STOLL Clément * SARRABAYROUSE Alex BUISSON Dylan Kawasaki 44 JMA MOTOS ACTION BIKE CRONIER Nicolas * CORNUT Billy GUCCIARDI Maxime Suzuki 45 TransMapRacing with ACE CAFE OOISHI Masahiko * HIRANO Luna KRISHNAN Rajini Suzuki 46 TEAM SUGAI RACING JAPAN SUGAI Yoshiyuki * BYRNE Paul BURKE Benjamin Aprilia 47 Extéria KSPCS Racing Team by EKO JUDA Dominik * NOVOSEL Renato KOVÁCS Bálint Suzuki 48 British Endurance Racing Team RAILTON Jonathan * BLACKSHAW John EDWARDS James Suzuki 49 T.MOTOKIDS icu Takada I.W NAC SANYO OKUDA Takaya YOSHIDA Kazunori FUKUYAMA Kyota * Yamaha 50 TEAM 202 CREUSOT Amandine * WANG CHANG Johan PARRET Florent Yamaha 51 PACHI HKM SPEED RACING BADRUL HISAM Muhamma MHD AZMI Amirul Hafiq AHMAD SHAMSUL NIZA… BMW
Sembra impossibile ma dal 1912 è la prima volta che si corre senza pubblico e dal 1966 senza giapponesi a Le Mans
L’emergenza COVID-19 è tutt’altro che superata, anche in ambienti Endurance. La 24 ore di Le Mans si disputerà “a porte chiuse“, pertanto senza pubblico, oltretutto con limitazioni nel numero di personale per le squadre ai nastri di partenza. Non solo: le ripercussioni della pandemia Coronavirus hanno di fatto bloccato tecnici e meccanici originari del Giappone, loro malgrado costretti a saltare questa trasferta. Le restrizioni dei voli aerei, oltre che per evitare rischi di contagio, hanno obbligato diverse realtà a dover fare di necessità virtù per Le Mans e, presumibilmente, anche per il Bol d’Or in programma tre settimane più tardi.
Ah già,SERT, acronimo del team ufficiale Suzuki,ha vinto il mondiale dopo 4 anni di digiuno da quel giorno del 2016 e dal 2019 quando ormai vincitrice,a 5 minuti dal termine ruppe il motore a Suzuka
Ma Suzuki in endurance è come ferrari in F1,c’è sempre stata da 40 anni,la prima prova dell’EWC del 1980 vinta da un equipaggio privato
2020 Estoril,dopo la rivoluzione interna si ricomincia da dove eravamo partiti
Vincere è difficile, ripetersi lo è ancora di più“. Lo sa bene Damien Saulnier ed è già al lavoro per questo. Intanto, il 17-18 aprile prossimi alla 24 ore di Le Mans che aprirà la stagione 2021, la GSX-R 1000 della SERT tornerà a sfoggiare il #1 sul cupolino…
Honda France è la favorita sia perché i francesi l’hanno inventata sia perché sono avanti 13 punti su Yamaha Yard Poi c’è BMW e Suzuki Sert,i signori della durata quest’anno sono lontano dal vertice per i tanti problemi, il bol d’or assegna 85 punti con premi agli step intermedi di 8 e 16 ore
Una gara imperdibile che rimette in pace col motociclismo sportivo così come l’abbiamo amato
Sono (quasi) concorde con te. Visto che di Endurance ne ho corse un paio, purtroppo non di 24 ore, ti dico la mia. L’Endurance è una gara bella da vivere. Non solo come pilota (come pilota è bellissima), ma come appassionato. Il problema è che la passione te la fanno poco secondo me i piloti in pista. Perché vanno forte, non fortissimo. E perché dopo un po’ non riconosci più una classifica e vedi solo moto che passano. Invece l’Endurance sarebbe strepitosa da vivere girando nei box, vedendo il lavoro delle squadre, e l’agonismo dei piloti.
In questo senso ho scritto che sono quasi del tutto concorde con te
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