Incidenti: continuiamo a parlarne!

Estate, tempo di vacanze e di spensieratezza. La lettura della cronaca, e purtroppo il caso di questi giorni del nostro amico Claudio, ci riportano alla dura realtà di un numero intollerabile di incidenti. E allora prendiamoci qualche minuto per riflettere. Per evitare di staccare troppo l’attenzione e sottovalutare il problema. Anche per crescere ancora come motociclisti maturi e consapevoli

Sono tre mesi ormai che mi occupo continuamente di incidenti. Il punto di partenza è stato un terribile mese di giugno, che solo nei fine settimana ha visto circa 70 dueruotisti morti sulle strade. Su questo numero francamente intollerabile ha fatto diversi comunicati – meritoriamente – l’Asaps (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale), con la quale collaboro come giornalista. Comunicati che hanno fatto molto rumore.

Così Andrea Padovani, il direttore di InMoto, mi ha chiesto di occuparmene con un’inchiesta.

Chi mi conosce sa che mi occupo di sicurezza stradale da molti anni. E non mi sono accontentato di leggere i numeri e i commenti degli altri. Piuttosto mi sono studiato la documentazione dei primi 60 incidenti di giugno, messa a disposizione dall’Asaps.

La realtà emersa ha dipinto qualcosa di differente dall’immaginario diffuso del motociclista sportivo, che si fa male perché va a fare pieghe sulle strade di montagna. Piuttosto ho trovato una miriade di incidenti contro auto che attraversano la strada senza accorgersi del mezzo a due ruote che arriva dall’altra parte.

Siamo invisibili, lo sapete, vero?

Diversi investimenti di motociclisti. E poi un sacco di incidenti di moto contro auto o furgone, con colpe da definire.

Non manca ovviamente chi è caduto da solo, ma anche in questo caso, piuttosto che lo smanettone da montagna, più spesso ricorre la figura del motociclista poco esperto che si fa un giro con la moto dell’amico.

E allora torna alla memoria anche uno studio dell’ACI, sulla localizzazione degli incidenti stradali, già pubblicato su queste pagine, secondo il quale le strade più pericolose per noi sono le statali dritte e trafficate, che attraversano centri urbani e zone industriali.

Insomma, ci facciamo male perché sottovalutiamo i pericoli del traffico e, magari, scorriamo a velocità eccessiva in un flusso di auto denso e disordinato, con lunghi vialoni pieni di attraversamenti.

Dall’analisi dei numeri, esce ridimensionata (ma lo scrivo da anni) la minaccia dei guard rail. Sicuramente mietono vittime e amputano arti; però su 60 morti in 3 fine settimana, solo 4 motociclisti sarebbero stati uccisi dal guard rail e 1 da un muretto. Gli altri 55 hanno impattato contro veicoli.

Noi motociclisti faremmo allora bene a scavare meglio nelle cause dei nostri incidenti: scopriremmo che una migliore formazione – di tutti noi – farebbe diminuire il numero di incidenti.

Perché il solito classico problema di chi usa il mezzo a due ruote, è l’incapacità di prevedere e riconoscere i pericoli.

Un qualcosa sul quale si può lavorare molto, ma che molte scuole di guida sicura probabilmente non fanno, limitandosi a insegnare l’uso del veicolo. Fondamentale, sicuramente, ma bisogna anche capire dove mettere le ruote, dove guardare, come regolare la velocità e come riconoscere i trabocchetti. Ripensiamo anche questo!

Si chiama Guida Sicura Avanzata, e se n’è parlato anche in Italia negli anni scorsi. Personalmente sedevo al tavolo ministeriale dedicato alla sperimentazione di tale modalità didattica, che però non si riunisce più da anni. Sarebbe auspicabile se ne tornasse a parlare, con un coordinamento super partes da parte del Ministero dei Trasporti. Perché guida sicura non significa insegnare a guidare la moto; è molto di più!

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  • Questo topic ha 21 risposte, 8 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 3 anni, 2 mesi fa da MT.
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    • #15423
      Mastic
      Amministratore del forum

      Quella che si chiude è una settimana pesante per molti di noi.
      Ieri era ferragosto. L’altroieri c’è stata la cerimonia funebre dell’amico Claiot. Una vicenda che ci ha scioccato molto. Era uno di noi, e il tamtam del dolore ha fatto squillare molti telefoni della nostra community.
      Personalmente mi occupo di sicurezza stradale da molti anni. E da tre mesi sono sotto schiaffo, con due testate, InMoto e IlCentauro, che mi hanno chiesto diversi articoli sull’argomento. Perché i numeri degli incidenti di questa estate sono francamente inaccettabili.

      Oggi parto per le ferie. Il tempo di legare le borse sulla moto, poi si parte. Però la testa resta accesa. E l’attenzione la voglio tenere focalizzata su questo problema. Ne ho tirato fuori in questa mattina insonne un articolo che trovate QUI.

      Spero di non mandarvi di traverso il calippo che state gustando sulla sdraio. Piuttosto l’intento è quello di prendersi un momento di riflessione, per vivere in maniera più consapevole questo momento di svago e di relax.

      Buone vacanze se siete ancora in vacanza. Buon rientro alle vostre attività se avete finito. Io stacco per qualche giorno.

    • #15430
      Andrea
      Partecipante

      Per il lavoro che faccio sono a contatto quotidianamente con decessi a volte legati a quelle che vengono definite “causee di morte violenta” (come gli incedenti stradali ad esempio).
      Si dice sempre che sulla moto bisogna avere 100 occhi, che non è colpa tua ma delle macchine ecc ecc…..
      Tutta questione di fatalità e di fortuna/sfortuna dal mio punto di vista.
      Devo dire purtroppo che in quasi tutti i casi di motociclisti a cui ho fatto il servizio (fortunatamente pochi) quasi sempre se la sono cercata.

    • #15493
      Anadin74
      Partecipante

      A giugno ho rischiato anch’io…auto che esce da stop non vedendomi…
      Fortuna vuole che la velocità era ridotta e il “pirlota” all’ultimo mi vede e blocca e quindi mi prende solo di striscio e non mi butta a terra.Morale io fatto niente e moto freccia rotta e strisciato scarico.

    • #15561
      zio franco
      Partecipante

      Dobbiamo parlarne anche se ci ferisce mai tanto così da vicino,perchè citando : “anche se ci sentiamo assolti siamo per sempre coinvolti”

      https://www.asaps.it/67898-_di_giordano_biserni*_la_terribile_estate_dei_motociclisti_con_185_morti_nei_sol.html

      Riporto qualche passaggio di Giordano Biserni

      70 vittime nei 4 fine settimana di giugno, 45 in quelli di luglio e 70 nei 5 fine settimana di agosto Nel primo week end di agosto il record di lenzuoli bianchi sulle strade con 25 motociclisti morti in 22 schianti

      Una vera e assurda mattanza La carneficina silenziosa

      Nei 5 fine settimana di agosto altre 70 vittime con il record assurdo di 22 schianti mortali con 25 morti nel primo fine settimana di agosto, a causa di tre plurimortali. Quando raccoglievamo i dati di quel maledetto week end non credevamo ai nostri occhi. Non avevamo memoria di cifre simili con la media 8 motociclisti morti ogni giorno.

      comportamenti con assunzione di rischio dei motociclisti spesso refrattari al rispetto delle regole della strada

      responsabilità e superficialità di molti automobilisti sempre più distratti alla guida e schiavi della nuova forma di distrazione di massa: quella del cellulare alla guida utilizzato sempre più spesso non solo in fonia ma anche in messaggistica e navigazione sul web o addirittura con i selfie

      In 10 anni 2008 –2018 sono oltre 79.000 le pattuglie in meno schierate su statali e provinciali, cioè 216 in meno ogni giorno.

      Serve un riposizionamento della vigilanza sulle strade, servono campagne informative mirate ed efficaci e sono non più rinviabili interventi sulla manutenzione delle strade per garantirne parametri minimi di qualità.

      Insomma la serie di numeri tragici della mortalità dell’estate appena trascorsa non hanno bisogno di altri commenti. Ma di fatti quelli sì.

    • #15562
      Anto
      Moderatore

      Leggevo anche io Franco e ti dirò che in questi giorni sto andando in moto ancora più attento di prima ma sempre meno tranquillo, sarà anche per gli ultimi due avvenimenti che ci hanno toccato molto da vicino che dimostra che il pericolo è sempre in agguato anche se si è esperti e padroni del mezzo.
      185 morti sono tantissimi, forse più di un attentato terroristico in un centro città ad ora di punta, cifre che dovrebbero scuoterci la coscienza non cercare i responsabili

    • #15563
      Mastic
      Amministratore del forum

      Il problema degli incidenti è grave. E noi motociclisti sbagliamo nel dare sempre le colpe ad altri.
      Abbiamo una serie di foglie di fico, che usiamo per metterci al riparo dalle nostre responsabilità. E dalla consapevolezza che la moto è più pericolosa dell’auto.
      Così c’è sempre la scusa del malore, della strada sporca, del guard rail, del vecchio (ma siamo vecchi anche noi) che ti attraversa la strada senza vederti. C’è sempre qualcosa che è andato storto, a salvarci il culo dal dover ammettere la triste verità: siamo in pericolo anche noi.
      Io me la prendo con i guard rail, perché a sentire molti motociclisti il problema è solo quello. E i cretini che guidano la macchina distratti dal telefono. Invece le situazioni di rischio sono molte di più. Molte. E noi dobbiamo imparare a prevederle in anticipo, per prendere le opportune contromisure. Per evitarle. Per starne lontani.
      Invece ci sciacquiamo la coscienza con qualche scusa e ce ne andiamo tranquilli rischiando senza rendercene conto.
      Rischio anche io, sia ben chiaro. Ma molti anni fa ho iniziato a fare corsi, perché mi si è accesa in testa una lampadina su come si possono riconoscere i rischi -ad Atessa ne ho accennato venerdì scorso – e mi piace aiutare i motociclisti a fare autonomamente un percorso simile. Quello che manca però è la sensibilità dei motociclisti. Più attenti a misurarselo con gli altri che non alla sicurezza.
      Così molti sono venuti ai corsi per imparare ad andare forte; per risolvere il problema che non riuscivano a tenere il ritmo del gruppo. E non per imparare ad aumentare le probabilità di tornare a casa sani. Pazienza

      • #15573
        MT
        Partecipante

        Per iniziare, riguardo all età, parla per te.
        Alla mia giovane età di quaranta anni piu i.v.a., mi accorgo di fare putt…. che a venti non facevo.

        MOLTI CREDONO CHE SAPER GUIDARE VOGLIA DIRE CONSUMARE LO PNEUMATICO SU TUTTO IL BATTISTRADA, O FARE ESIBIZIONI DA BAR.
        SU STRADA, INVECE BISOGNA GUIDARE PER SE E PER GLI ALTRI, PREVEDERE SE AL PROSSIMO DISTRIBUTORE SULLA SX, IL PISTOLA SUL SUV ANDRÀ A FARE RIFORNIMENTO METTENDO LA FRECCIA SOLO DOPO AVER FRENATO E INIZIATO LA SVOLTA, OPPURE SE IL “CESELLATORE DI ZOLLE” GIÀ SBRONZO PRIMA DI PIGIARE L UVA, E SUL TRATTORE COL RIMORCHIO SENZA FANALI GUARDERÀ DIETRO PRIMA DI INIZIARE LA MANOVRA PER ENTRARE NEL CORTILE DELLA CANTINA SOCIALE
        DA PARTE MIA STO COMBATTENDO LA MIA “MISSIONE” DI CIVILIZZARE QUEI DEFICENTI DEGLI AMICI DI MIO FRATELLO , E UN PO ANCHE LUI, INSEGNANDOGLI LE NORME BASILARI, TIPO VIAGGIARE IN COLONNA DOPPIA SFALSATA, COSI COME SPIEGAVA LUCA, NON FRENARE ALL IMPROVVISO AGLI INCROCI, MA RALLENTARE PER LEGGERE I CARTELLI CON COMODO, NON SORPASSARE IN SLANCIO MA GUARDARE SIA GLI SPAZI CHE L EVENTUALITA DI SVOLTA DI CHI CI PRECEDE,( GIOVEDI SCORSO UNO E FINITO IN OSPEDALE PER AVER URTATO IL TRATTORE IN SVOLTA DURANTE APPUNTO UN SORPASSO), O CERCARE DI CAPIRE IL PERCHÉ CINQUANTA METRI PIÙ AVANTI UN AUTO HA ACCESO GLI STOP, MENTRE PENSANO SOLO A CAMBIARE GLI SCARICHI,LE FRECCE E CERCARE IL RISTORANTE PER L ABBUFFATA
        CHE SONO POI ATENZIONI DA AVERE CON QUALSIASI MEZZO
        POI L INCIDENTE, LA DISTRAZIONE, CAPITA A CHIUNQUE, MA SE RIUSCIAMO A PREDISPORCI PER EVITARLO CI GUADAGNAMO TUTTI

        P.S. Ma quel tipo che oggi mi ha sorpassato sparato, perché non aveva ne targa e ne portatarga ?

    • #15577
      sec
      Partecipante

      … si, momento estremamente attuale ed al contempo antipatico per lascarci andare a parlare di questa roba qui, viste le recenti disavventure. Io ne aggiungo personalmente una terza, un compagno di parquet che non ha avuto esiti cosi’ drammatici come gli amici del forum, ma si e’ fatto un mese di coma con ematoma cerebrale e danni ancora da quantificare. Si spera pochi, ma gia’ cosi’ com’e’ andata non e’ stata una bella avventura. Anche lui moglie, bimbi piccoli etc etc. Nel suo caso niente celodurismi e guida allegra. Non sono state ricostruite le cause ma… scooter, caduta probabilmente a bassissima velocita’… probabilmente una semplice distrazione (con conseguenze enormemente amplificate dal fatto che non indossava casco, normalissimo – purtroppo – da queste parti).

      In linea di massima mi accordo alle posizioni di cui sopra.
      Il problema e’ che moto e sicurezza sono un ossimoro, non ci sara’ mai un modo ‘sicuro’ di rapportarsi con le moto. Il rischio va messo in conto ed e’ consistente, logicamente e’ un fattore sufficiente quasi a suggerire di scoraggiare totalmente l’ uso delle due ruote.
      Il problema e’ che e’ anche una grossa parte del fascino…. Insomma, perche’ arrampicarsi sulla parete rocciosa? Perche’ buttarsi col paracadute dalla stratosfera? Perche’ giocare coi coccodrilli a mani nude? Ecco, quella roba li.
      Concordo con Ric: prendersela coi guard rails, le buche, le cavallette e quant’ altro e’ una sciocchezza immane, quasi da rendersi ridicoli. Quelli sono parametri oggettivi che esulano dal nostro controllo, sono semplicemente fattori che vanno tenuti in conto quando si calcola l’ equazione del rischio totale. Prendersela con la buca e’ puerile. Caderci dentro e’ una reale possibilita’ a cui sono sottoposti motociclisti di ogni livello di abilita’. Abbattere il rischio di caderci dentro (non ANNULLARLO, quello e’ impossibile) e’ caratteristica di un conducente esperto ed intelligente.
      Il vero problema rimane culturale. Sono sbagliati i motivi per cui molti andavano, vanno ed andranno in moto. Includo anche me stesso, beninteso, anche se a me una certa ‘filosofia motociclistica’ ha dato sempre un fastidio immane ed e’ il primo motivo per cui mi sono sempre trattenuto dall’ uscire in gruppo. Non e’ solo lo ‘spingersi’ e la gara a chi ce l’ ha piu’ grosso… a me da fastidio anche la serpentina al semaforo per partire in ‘pole’ o viaggiare sulla corsia di emergenza per saltare il blocco di traffico in autostrada. Quando sono stato ‘costretto’ a comportarmi cosi’ mi veniva di prenderli a botte, i miei compagni di strada.
      Ricordo tante discussioni tra di noi, sopratutto nell’ altro forum. Utenti “supposti” esperti che consigliavano ai novizi roba tipo: ‘assicurati di metter su gomme nuovi e performanti e non ti preoccupare, per quanto tu possa piegare la gomma tiene sempre’. Geniale… 🙁
      Io sono stato bollato come “nemico del motociclismo” per aver tentato di spiegare che piu’ pieghi e piu’ ti esponi ad un rischio di caduta (concetto banalissimo…). :O Cazzo… mica ti dico di non piegare, divertiti come vuoi e piega quanto vuoi, ma non puoi non conoscere dei fattori tecnici fondamentali. Le basi DEVI saperle, poi decidi tu quando strafare ma devi sapere che lo stai facendo. L’ abilita’ e’ tutta li, saper ri-calcolare il fattore di rischio in un nientesimo di secondo. Tenersi il margine di gas, traiettoria, angolo di piega e dinamica di gestione del corpo che e’ la differenza tra chiudere la curva evitando la buca (il brecciolino, la macchia di gasolio o l’ ostacolo fisico) e … si, insomma, avete capito.

      Io comincerei da qui: giocare col fuoco e’ indubbiamente divertente ed e’ nella natura umana. Questo problema qui non sara’ mai risolto ed attivita’ tipo le due ruote saranno sempre una fonte di rischio.
      Aumentare la coscienza di star giocando col fuoco e delle possibili conseguenze e’ l’ unica strada da seguire. Aiutarci tra di noi e con l’ aiuto di professionisti tipo Ric a forgiare una cultura motociclistica piu’ ‘sostenibile’, per amore ed a difesa della categoria, non per annullare i rischi – impossibile – ma per limitarli.

      … anche se, da quanto dice Ric circa le sue esperienze…

      Io almeno due volte me la sono scampata. Una scivolata abbastanza innocua sul bagnat(issim)o. 20 metri col culo sull’ asfalto verso l’ atra carreggiata, dove si avvicinava un furgoncino che e’ riuscito a frenare a un metro da me. Un metro dopo e sarei altrove. Il ricordo della griglia di quel radiatore e’
      ancora vivo. Non ho particolari colpe da attribuirmi, ma la concatenazione degli eventi e’ stata fin troppo fortunata. Da quel momento ho cambiato modo di rapportarmi alla strada… e non ho piu’ montato gomme tenere. 1998.
      Un’ altra volta, in una curva cieca in autostrada, mi sono trovato un articolato davanti con un differenziale di velocita’ immane. Feci una frenata-capolavoro infilandomi tra il tir ed il guard rail in neanche un metro di spazio, una frenata…. ‘claustrofobica’, direi. Gran salvataggio… ma gran coglione, colpa mia. Troppo veloce. Poi mi si dice che la velocita’ non c’entra…
      Una volta, basta UNA VOLTA sola…. io sono +2 in credito, ringrazio e mi comporto di conseguenza.

    • #15749
      Mastic
      Amministratore del forum

      Teniamo caldo il discorso sugli incidenti.
      L’ACI ha pubblicato oggi i dati sull’andamento degli incidenti nelle varie province italiane. Il dato che emerge è variegato. Migliorano molto quelle al Sud (Agrigento in 8 anni ha ridotto del 78% la mortalità sulle sue strade), ma non emerge una regola, un andamento tipo.

      Viene in mente che i dati dipendano da fattori esterni. Ci sono -ad esempio – province che hanno una rete stradale molto estesa e altre che ne hanno una risicata. Province dove il meteo ci mette lo zampino e altre dove è sempre tempo bello. Butto lì un po’ di cose a caso, per far capire che i dati ACI sono interessanti, si, ma andrebbero analizzati conoscendo a fondo la situazione di ogni singola provincia.

    • #15754
      zio franco
      Partecipante

      Io letto questa interpretazione relativa ad uno studio specifico

      I ricercatori hanno chiamato questo fenomeno “Saw But Forgot” (visto ma dimenticato) e secondo loro è alla base almeno di alcuni di quegli incidenti in cui il conducente di un’auto viene accusato di non aver prestato abbastanza attenzione. In pratica la memoria temporanea sovrascrive l’informazione di aver visto una moto con informazioni più recenti e lo fa con maggior frequenza rispetto all’informazione di avere visto un’automobile

      Fenomeno verificato al simulatore,e non vedo il motivo per cui non possa avvenire nella realtà

      li automobilisti semplicemente si dimenticano di aver visto una moto. Il cervello cancella l’informazione e le azioni che vengono svolte successivamente procedono come se la moto non fosse mai esistita. Un team di ricercatori dell’Università di Nottingham ha condotto uno studio sulla percezione dei veicoli nel traffico e ha scoperto che si tende 5 volte più facilmente a dimenticare di aver visto una moto o uno scooter rispetto a un’auto.

      Si tratta di vuoti di memoria che spesso sono causa di incidenti anche gravi. Più nello specifico nel 15% delle simulazioni i conducenti avevano visto i veicoli avvicinarsi ma poi si erano completamente dimenticati della loro esistenza. In 180 test di memoria i soggetti studiati hanno mancato di segnalare l’arrivo di un’auto in tre casi mentre per le moto il numero sale a 16 (nonostante in 11 casi le abbiano guardate direttamente).

      Marco Berti Quattrini lo scrive su moto.it

      Un suggerimento arriva dagli stessi ricercatori

      Ogni volta che si vede una mezzo a due ruote basta pronunciare a voce alta la parola “moto”.
      “Se le informazioni visive rilevanti sono codificate fonologicamente – spiega Chapman -, è stato dimostrato che non sono più soggette a interferenze visivo-spaziali”.

      • #15759
        Mastic
        Amministratore del forum

        Interessante approccio. Non riesco a immaginarlo, ma ha un fondamento scientifico.
        Da motociclista non credo mi succeda. Però un anno fa ho rischiato di investire un amico in moto. Andavo a un appuntamento con lui. Di notte. Lui è arrivato dalla strada principale, 50 km/h, tutto vestito di nero, casco compreso. Io mi immettevo sulla strada. Sono partito e lui è passato facendo il pelo al muso della mia auto. Mi è preso un colpo. E mi sono chiesto come avevo fatto a non vederlo. Proprio non vederlo. Non trovai una risposta, se non che era allineato con il montante laterale.

    • #15763
      MT
      Partecipante

      Caro Riccardo anche a me, venti anni fa non veniva il fiatone camminando in salita !!! hi hi hi
      Mi capita spesso invece di non vedere chi arriva ad un incrocio, o non vedere più l auto che mi precede all interno di una rotatoria, perché coperti dai montanti del tettuccio. Questo particolare purtroppo non è chiaro a tutti, ma quel pezzo di carrozzeria toglie gran parte della visibilità verso l esterno dell abitacolo con certe angolazioni, il che mi fa dare una doppia guardata su ambo i lati per sicurezza prima di ripartire, o spostare la testa per vedere la strada che rimane coperta
      Cosa che con il caco non succede, avendo un campo visivo non interrotto dal proprio mezzo

    • #15764
      MT
      Partecipante

      Partendo dalla mia battuta sul fiatone in salita e ai vent anni, il test è stato fatto su un campione reale della popolazione, ergo un branco di “vecchi rintronati”, oppure i soggetti erano nello stesso numero per ogni fascia di eta?

    • #15765
      zio franco
      Partecipante

      Materiale fornito dall’Università di Nottingham, esperimenti, condotti nel simulatore di guida ad alta fedeltà della School of Psychology
      Supponiamo “cavie” trovate all’interno dell’università,quindi di genere vario e di età medio-giovane

      Riporto tutto tradotto al volo perchè è incredibile

      Studio 1: arresto in corrispondenza di un incrocio

      Il team di ricerca ha registrato i movimenti oculari di 60 conducenti che attraversavano incroci nel simulatore di guida ad alta fedeltà dell’Università di Nottingham – parte di NITES (la struttura di simulazione integrata di trasporto e ambiente di Nottingham). Sebbene i conducenti sembrassero guardare nei posti giusti mentre si avvicinavano all’incrocio, c’erano 20 occasioni in cui un guidatore non riusciva a ricordare uno dei veicoli in arrivo. Il veicolo dimenticato è stato un LGV in 2 occasioni, un’auto in 4 occasioni e una moto in 14 occasioni.

      Studio 2: estrazione dall’incrocio

      Per questo studio sono stati richiesti 30 conducenti per avvicinarsi a una serie di incroci e proseguire dritto, se ritenevano che fosse sicuro farlo. La simulazione di veicoli in arrivo ha coinvolto 2 auto o un’auto e una moto. I movimenti oculari del guidatore sono stati monitorati continuamente durante l’esperimento e i test di memoria sono stati dati solo se il conducente si è effettivamente fermato davanti ai veicoli in arrivo. Delle 120 volte in cui la memoria è stata testata, i conducenti non sono riusciti a segnalare un’auto in un’occasione e una moto in 8 occasioni.

      Studio 3: monitoraggio dei movimenti della testa e degli occhi

      Questo esperimento ha utilizzato lo stesso design dello studio 2, ma ora 45 conducenti indossavano occhiali per il rilevamento degli occhi per ottenere misure estremamente precise di dove esattamente guardavano prima di uscire. Dei 180 test di memoria, i conducenti non sono riusciti a segnalare un’auto in 3 occasioni e una moto in 16 occasioni. Di questi 16 guasti alla memoria ci sono state 5 occasioni in cui il guidatore non ha guardato direttamente la motocicletta in arrivo. Questi potrebbero essere esempi di tipici errori LBFTS (Look but Fail to See) in cui il guidatore ha guardato nella giusta direzione ma non è riuscito a vedere la moto. Al contrario, nelle restanti 11 occasioni il guidatore ha chiaramente osservato direttamente la moto in arrivo, ma non se lo ricordava pochi secondi dopo. I ricercatori hanno descritto questi come errori SBF (Saw but Forgot).

      Questo studio ha anche mostrato che gli errori SBF erano associati a più movimenti della testa e ad uno spazio più lungo tra il fissaggio sulla motocicletta e l’estrazione. I ricercatori suggeriscono che è qui che sta avvenendo l’oblio. Le cose che il guidatore osserva tra vedere il veicolo in arrivo e l’estrazione potrebbe sovrascrivere il contenuto iniziale della memoria visuospaziale, quindi le informazioni sul veicolo in arrivo non sono più disponibili nel momento in cui viene presa la decisione di proseguire.

      https://www.sciencedaily.com/releases/2019/09/190923155136.htm

      • #15774
        Mastic
        Amministratore del forum

        Veramente un bel contributo da approfondire. GRAZIE!

    • #15834
      Mastic
      Amministratore del forum

      Lo riprenderò anche nella parte degli articoli, però intanto volevo segnalarvi questo pezzo.
      È uscito sul Centauro, la rivista dell’ASAPS. In parte sono cose che avevo già condiviso qui.
      Però mi sembra inedita su queste pagine la seconda parte dell’articolo, quella nella quale si traggono un po’ di conclusioni.

      Statistiche degli incidenti: in Italia siamo tremendamente indietro
      Investimenti: ci sarebbero anche dei soldi europei per progetti. Italia non pervenuta
      Comportamenti di guida: scooteristi italiani (non motociclisti eh) particolarmente indisciplinati. E poco inclini all’abbigliamento tecnico.

      Date un’occhiata:
      https://www.asaps.it/downloads/files/pag_14-cent-223.pdf

    • #15836
      zio franco
      Partecipante

      Si però questa storia dell’abbigliamento tecnico distrae,illude e fa venire brutti pensieri,togliamolo dalle argomentazioni quando si parla di morti
      L’ultimo che conosciamo aveva anche il giubbotto con airbag e non è bastato

      Distrazione e sottovalutazione oltre che impreparazione,questi sono gli unici nemici che abbiamo,concentriamoci su pochi ma buoni obbiettivi

      i filmatini on board sono eccezionali per le campagne di sensibilizzazione,e sono oltre che moderni mezzi visualizzati dalle generazioni sensibili,anche più realistici del re

      Mi scopro a cercare il topico fin dall’inizio del filmato,perchè so che mi sfuggirà nei modi e nei tempi e questa è prevenzione pura

    • #15848
      Hondista
      Partecipante

      Ritornando sul discorso della sicurezza del guard rail; questa volta ci viene in aiuto anche il nostro amico Guido Meda…

      Guido Meda e il guard rail…

      • #15852
        Mastic
        Amministratore del forum

        Sui guard rail è stato fatto molto. Compreso un decreto controproducente da parte del Ministero dei Trasporti.
        Però io resto un po’ freddino sul tema, perché mi sembra una foglia di fico dei motociclisti.
        Le statistiche dicono che si sbatte e si muore in altro modo. Gli utilizzatori di due ruote continuano a morire in massa in altri modi (basta leggere il mio articolo sul Centauro linkato poco sopra). Eppure continuano tutti a occuparsi di guard rail, dimenticando altre cose che in questo momento sembrano obiettivamente più importanti.

        Lo dico da anni. Ora l’ha detto anche il Prof. Anghileri, del Politecnico di Milano, intervistato dall’amica Giovanna Guiso: “Se anche fossimo in grado di salvare il 50% dei motociclisti che muoiono contro le barriere di sicurezza, riusciremmo a modificare la mortalità del trasporto su due ruote soltanto dell’1.4%“.

        Per carità, giusto proteggere i guard rail nelle zone pericolose. Perché oltre ai morti ci sono gli amputati, che sono tanti, troppi. Però i gli utilizzatori di mezzi a due ruote dovrebbero trovare il coraggio di essere un po’ autocritici nei confronti della loro guida e del loro modo di stare nel traffico.

        Lo so che ora mi sfanculate

    • #16049
      Mastic
      Amministratore del forum

      Intanto è uscita la localizzazione degli incidenti stradali 2018, lo studio dell’ACI che ci fa capire quali siano le strade più pericolose per noi motociclisti.
      Dateci un’occhiata, QUI

    • #17337
      zio franco
      Partecipante

      Ne salva più la penna dell’autovelox

      Campagna della polizia Canadese

      • #17338
        MT
        Partecipante

        e si torna sempre al discorso dei controlli diretti

        mi è tornato in mente un episodio di quando avevo 12/13 anni, si insomma due o tre lustri fa. va bene forse sono di più
        tornando dall ultima sciata di primavera, sulla porrettana con colonna quasi ferma, si era circa a pontecchio marconi, due auto in sorpasso sulla doppia fila frenarono di botta.
        il motivo erano due motociclisti con casco bianco fermi in una piazzola appena illuminata da un lampione sull altro lato della strada.
        a quel tempo il casco, per di più bianco era prerogativa quasi esclusiva delle ffoo

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