Il rumore delle moto è un problema in Europa
In Francia nasce una rete di postazioni fonometriche sulle strade. Ma in altri paesi c’è già qualcosa di simile, comprese 12 postazioni in Italia, nella zona del Sella. Postazioni sperimentali che non fanno multe, per ora. Ma all’orizzonte ci sono anche i possibili limiti più severi in sede d’omologazione di cui si sta parlando a Bruxelles
Tira una brutta aria per noi motociclisti in materia di rumore. In Francia il 3 gennaio scorso il Governo ha emanato un decreto che stabilisce una sperimentazione di due anni con postazioni fonometriche fisse e mobili. Verranno installate su una serie di strade urbane in diversi centri abitati.
Si parla di sperimentazione, perché per ora non esistono apparecchiature omologate per sanzionare i veicoli rumorosi. Si tratta anzi di capire se e come i sistemi attuali siano in grado di individuare nell’insieme dei mezzi in transito, quelli rumorosi. Un compito tutt’altro che facile.
Quindi niente multe per ora. Piuttosto due anni di prove finalizzate a capire se le strumentazioni sono affidabili e se si può redigere un protocollo d’omologazione. Del resto non è stato comunicato neanche un limite sonoro oltre il quale far scattare le eventuali sanzioni. Però questa sperimentazione, per la quale si sta approntando anche una specifica segnaletica di avviso, potrebbe avere un impatto sui comportamenti dei guidatori, e anche questo è un aspetto che si vuole valutare.
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Esperimenti analoghi in Italia
L’esperimento francese non è inedito. La Fema (Federazione Europea delle Associazioni Motociclistiche) segnala che un qualcosa di simile è già installato in forma sperimentale nella cittadina belga di Genk, dove ad alcune telecamere urbane di sicurezza sono stati accoppiati dei fonometri. Al superamento di un determinato limite sonoro, scatta la registrazione video dei veicoli in transito. Ma anche qui, per ora niente multe: manca l’omologazione del sistema.
Analoga esperienza la si sta facendo dello scorso anno in Italia, sulle strade del Passo Sella, dove ci sono 24 telecamere, 12 delle quali accoppiate a fonometri. Pure in questo caso non si parla di multe, ma dell’esigenza di raccogliere dati sul traffico, per valutare le misure da prendere.

Il Trentino volentieri chiuderebbe alcuni suoi passi alla viabilità privata, ma il Codice della Strada garantisce la libera circolazione dei mezzi. La raccolta di dati attuale potrebbe dunque essere finalizzata a costituire un dossier da utilizzare per varare misure più rigide. Come ad esempio quelle del Tirolo, dove nel periodo estivo è vietato il transito alle moto con rumorosità da fermo superiore a 95 dB/A su determinate strade. Peccato che non siano poche le moto che già da scheda d’omologazione superano tale valore. Per i trasgressori, multa da 220 euro e invito a invertire la direzione per uscire dalla zona proibita.
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Gli studi sulla percezione del rumore delle moto
Il Touring Club Svizzero (TCS) ha condotto una ricerca utilizzando 16 moto, 7 scooter e 6 auto. Nessun veicolo ha evidenziato livelli di rumorosità eccessivi in relazione alle norme d’omologazione. Nell’uso però le moto hanno espresso in media una rumorosità superiore rispetto alle auto di 4,4 dB in curva e di 3,2 dB nella marcia a velocità costante. Dove la moto crea più problemi è in uscita di curva, con una rumorosità media superiore addirittura di 12,9 dB! E per la prima volta leggiamo troviamo il concetto di emissioni sonore inutili.
Più che il rumore delle moto, quello che conta è dunque come questo venga percepito. E qui torniamo al Tirolo, dove nel 2019 è stato condotto il Motorradlärmstudie Außerfern, con interviste telefoniche su 545 persone residenti nella zona di Reutte. L’ Außerfern, che conta 35mila abitanti, è una zona molto popolare per il turismo motociclistico. Purtroppo i residenti si lamentano da anni con le autorità per il rumore delle moto.
“La risposta di fastidio al rumore dei motocicli in questa regione alpina è concentrata nelle domeniche e nei sabati estivi, ed è indipendente dall’esposizione di fondo causata dall’altro traffico stradale – si legge nella sintesi dello studio –”. Interessante questo passaggio: “le curve di risposta al fastidio dell’esposizione per il rumore dei motocicli mostrano uno spostamento di più di 30 dB nella reazione al fastidio rispetto agli altri rumori del traffico stradale”.
Tradotto: quando il rumore della moto inizia a dare fastidio, è 30 dB più basso della soglia oltre la quale gli altri rumori da traffico iniziano a essere giudicati fastidiosi.
Cos’è che dà più fastidio del rumore generato dalle moto? Al primo posto i motori tenuti ad alto numero di giri (76,1% del campione), la guida veloce e aggressiva (66,6%), i gruppi di motociclisti (55,4%).
Insomma, la moto è vista come pericolosa e aggressiva. E per questo il suo rumore, associato al comportamento di chi dà molto gas in uscita di curva, genera disapprovazione e fastidio. Molto più di altri rumori ritenuti giustificabili, come quelli delle auto, dei camion o degli attrezzi da giardinaggio. Così succede che il rumore da traffico di auto e mezzi pesanti viene giudicato fastidioso per la qualità di vita intorno ai 55 dB, mentre per le moto tale soglia scende a 45 dB. Un valore bassissimo, considerando che 40 dB sono più o meno il livello di rumore di una biblioteca!

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Si lavora alla Fase II dell’Euro 5
A livello europeo è in discussione un’ulteriore riduzione del limite di rumorosità delle moto. Era scritto già nel primo step della Euro 5 che si sarebbe fatta una valutazione per capire il rapporto benefici/costi di una riduzione del limite massimo di rumorosità delle moto in sede d’omologazione.
Ora il rapporto di quello studio valutativo, affidato ad alcune società esterne (Emisia, HSDAC, TNO, e Ricardo), è stato diffuso, lasciando dubbiosi quelli dell’Acem, l’Associazione Europea dei Costruttori di Moto, che in un comunicato scrive: “Considerando il contenuto del rapporto, il basso numero di veicoli testati e soprattutto la relativa mancanza di solidità di alcune delle conclusioni, Acem ha deciso di incaricare esperti indipendenti e riconosciuti sia in CBA (cost-benefit analysis) che in emissioni sonore di esaminare l’analisi costi-benefici dello studio del 2017”.
Due le strutture coinvolte: l’Impact Assessment Institute (IAI) di Bruxelles e Acustica, una società di consulenza specializzata in ingegneria acustica. L’Acem ha anche incaricato l’Università di Tecnologia di Graz di eseguire uno studio sperimentale sullo stato attuale del rumore emesso da otto veicoli a due ruote a motore. Questo studio ha valutato le principali fonti di rumore secondo il loro contributo al livello complessivo di rumore di passaggio per questi veicoli; cioè il rumore di aspirazione, il rumore del motore, il rumore di scarico e il rumore complessivo. Il tutto seguendo la metodica UNECE-R 41.04.
Fra le conclusioni di questo lavoro, la più importante è la dimostrazione che una riduzione del limite omologativo di 2 dB, uno dei valori di cui si parla più spesso a livello comunitario, sarebbe già tecnicamente ed economicamente molto impegnativa per i produttori. L’Acem confida dunque nel fatto che questo lavoro approfondito metterà da parte una volta per tutte qualsiasi ambizione di ridurre i limiti di 5 dB, definendo tale scenario “semplicemente irrealistico”.
Ora la Commissione Europea è in attesa della conclusione del lavoro di altre due strutture, Applus Idiada e Acasa. Non appena questa fase di studio sarà terminata, “ACEM invita tutte le parti interessate, gli Stati membri e la Commissione europea a rivedere i rapporti IAI/Acustica e TU Graz, e la Commissione europea, Applus IDIADA e ACASA, a considerare debitamente i loro contenuti e risultati al fine di evitare qualsiasi carenza nelle attuali fasi preparatorie della politica che porterebbe a raccomandazioni politiche sconsiderate”.
Nel frattempo è importante che noi motociclisti smettiamo di dare nell’occhio con scarichi aperti e comportamenti fastidiosi, come tenere inutilmente il motore su di giri, soprattutto nei centri abitati.
Diamoci una regolata da soli prima che sia troppo tardi!
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Leggi anche
- Position paper Acem su nuove limitazioni di rumore
- La relazione completa di Acustica
- La relazione completa dell’Università di Graz
- Rivoluzione Euro 5 in arrivo
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Il discorso è sempre complesso. Ma personalmente, come accennato, va puntato il dito su due elementi. Da un lato, io vedo (sento) molte moto che girano con scarichi non propriamente omologati. O meglio… omologati lo sono ma, se il dbkiller viene manomesso o addirittura tolto, c’è poco da giustificare o sentirsi attaccati come categoria. Dall’altro, anche una moto perfettamente omologata e originale, se a guidarla è un emerito decerebrato che, per questioni di adolescenziale bisogno di “mostrare” quanto ce l’abbia (secondo lui) grande, attraversa un paese o una città in prima o seconda marcia pur di tenere i giri motore alti.
In altre parole, sta tutto in in senso civico, educazione e adattamento al luogo che si attraversa. Altrimenti, i risultati sono questi. Nell’impossibilità di controllare tutti, si emettono restrizioni che colpiscono anche gli educati e i corretti.
Pur amando la Moto, ne vengo infastidito pure io da queste cose. Figuriamoci chi, per ignoranza o trascorsi negativi, le moto non le tollera. Basterebbe che dal piedistallo delle vittime, chi va in koto facesse un piccolo passo verso chi le moto non le ama, ne ha paura o non le considera.
Perché se si aspetta che siano sempre gli altri a venirci incontro, finiremo col darci la zappa sul piede da soli.