Il Cruise Control adattativo non sempre vede i motociclisti!

Questo articolo era pronto per la pubblicazione, quando dagli Stati Uniti è rimbalzata la notizia che un’auto di Uber ha investito e ucciso una donna che attraversava la strada. Ci saranno quindi probabili futuri sviluppi. Nel frattempo, tornando al titolo d’apertura, si tratta di una dichiarazione estrapolata dal rapporto finale dei test condotti dall’RDW, l’ente olandese noto tra l’altro per aver omologato in Europa la Tesla

 

Apriamo purtroppo con la notizia della morte di una donna a Tempe, in Arizona. Ad ucciderla è stata un’auto di Uber, che marciava in modalità di guida automatica, con il conducente d’emergenza a bordo che non era ai comandi.
Dai primi rilievi sembra che la donna abbia attraversato la strada lontano dalle strisce pedonali, portando a mano la sua bicicletta. L’auto, che viaggiava a 40 miglia orarie (64 km/h) l’avrebbe investita senza vederla.
Si tratta del primo incidente di questo tipo, anche se la lista delle mancate collisioni a opera dei tantissimi veicoli a guida automatica in circolazione negli Stati Uniti è lunghissima. Uber ha per ora sospeso ogni test in tutte le città statunitensi. Da notare che il Congresso americano stava discutendo una nuova legge per consentire alle case automobilistiche di testare i loro veicoli automatizzati anche senza il conducente d’emergenza. Per ora la legge era stata bloccata da 5 senatori democratici, ma di certo la sperimentazione dei veicoli senza conducente ora verrà regolata da regole più severe. (Leggi l’aggiornamento in coda a questo articolo)

Più che le auto a guida completamente automatica, ancora lontane da venire, noi motociclisti siamo preoccupati da quelle semi-automatiche, il cosiddetto livello 2 di automazione, già presente su tutte le auto di alta gamma; con il 3 che ormai sembra vicino a essere implementato da diversi costruttori

Era il 2016, quando quelli della FEMA (Federazione Europea delle Associazione Motociclistiche), citando l’incidente di una motociclista investita in autostrada da un’auto che viaggiava con i sistemi di assistenza alla guida inseriti, lanciarono l’allarme sicurezza. Sicuri che le auto a guida automatica riconoscano sempre i motociclisti, in tutte le situazioni, e reagiscano sempre nella maniera ottimale?

Sulla materia siamo all’anno zero, perché le case automobilistiche stanno lavorando tutte nello sviluppo della guida automatizzata, ma un protocollo comune ancora non c’è. E non è dato sapere che tipo di test vengano fatti, prima di validare l’uso di determinati sistemi di assistenza alla guida (ADAS).

Il grido d’allarme della FEMA fu raccolto dall’RDW, l’autorità olandese che rilascia le omologazioni dei veicoli. Che si impegnò a portare avanti un ciclo di prove con veicoli di più marche. Concentrandosi in particolare sui sistemi adattativi di controllo della velocità (Adaptative Cruise Control – ACC) e sui sistemi avanzati di frenata d’emergenza (Advanced Emergency Braking System – AEBS). (QUI il nostro articolo, nel quale ne parlavamo)
Oggi i risultati di tali ricerche dimostrano che le automobili dotate di un sistema di guida innovativo, come il cruise control adattivo (ACC), sono in grado di rilevare i motocicli. Ma quando le moto si trovano sul lato della corsia di marcia, il controllo adattativo della velocità di crociera può non rispondere in maniera appropriata.

Durante la sperimentazione sono stati infatti diversi i casi nei quali il conducente della vettura è dovuto intervenire per evitare la collisione. Per questo motivo l’RDW avverte sia i conducenti di auto dotate di tali sistemi sia i motociclisti di prestare attenzione durante la guida. I sistemi automatici non sempre vedono e reagiscono a piccoli veicoli, come possono essere i motocicli.

I conducenti devono rimanere all’erta quando guidano con i sistemi di assistenza alla guida“.

Va detto che tutti i costruttori dei veicoli testati avvertono specificamente di questa situazione nel manuale d’uso dell’automobile. Su quello della Volvo XC60, ad esempio, è scritto che: “i veicoli di piccole dimensioni, come le motociclette, o quelli che non si trovano al centro della corsia di marcia, possono non essere rilevati“.

I test dimostrano che in alcuni casi il sistema rileva i motocicli anche a una distanza maggiore rispetto a quella alla quale rileva un’autovettura. E in tutti i casi, i sistemi vedono gli altri veicoli abbastanza presto da far funzionare il controllo della velocità di crociera adattivo. Il problema si pone se la moto viaggia sul lato della corsia di marcia; perché in tal caso il sistema può non vederla. In tali casi, il conducente della vettura deve prendere le misure necessarie per evitare una collisione.

Dolf Willigers, segretario generale della FEMA: “Siamo molto felici che la RDW concordi con noi sulla necessità di prendere sul serio questo problema; e questo rapporto dimostra che le nostre preoccupazioni circa la visibilità dei motociclisti da parte dei sistemi avanzati di assistenza alla guida sono giustificate. I risultati della RDW dimostrano che siamo ancora lontani da automobili (semi)automatiche sicure“.
E continua: “Questo rapporto RDW ci dimostra che i sistemi avanzati di assistenza alla guida non sono in alcun modo pronti ad essere affidabili. Sia i piloti di auto che i motociclisti dovrebbero esserne consapevoli. Un’avvertenza scritta nel manuale di un’automobile non è sufficiente. Tali sistemi di assistenza devono essere sottoposti a prove adeguate e ciò dovrebbe far parte della procedura di prova di omologazione delle autovetture. Un’automobile con sistemi che non rispettano questa procedura di prova non dovrebbe essere ammessa sulle strade pubbliche“.
A questo punto? “Continueremo i nostri colloqui con gli esperti della RDW, ma ovviamente ne parleremo anche con i nostri contatti presso la Commissione europea e il Parlamento europeo“.

 

AGGIORNAMENTO
L’auto di Uber sarebbe scagionata dalle colpe dell’investimento mortale del 18 marzo a Tempe. Sylvia Moir, capo della polizia della città dell’Arizona, ha dichiarato che “è molto evidente che sarebbe stato difficile evitare questa collisione in qualunque modalità di guida (autonoma o con guidatore umano), poiché la donna investita è sbucata improvvisamente al centro della strada dall’oscurità“.
Una giustificazione che lascia un po’ interdetti, perché l’auto a guida automatica dovrebbe avere dei sensori di presenza di ostacoli che vanno ben oltre le capacità visive dell’occhio umano. Al di là delle parole, è vero però che ci sono dei ragionevoli tempi di frenata, e che se la donna ha deciso di attraversare improvvisamente mentre aveva la macchina già vicino, magari non c’è proprio stato il tempo necessario a frenare. Gli inquirenti hanno visionato un filmato dell’incidente. In accordo con Uber saranno anche analizzati -se non è già stato fatto- i dati raccolti dai sistemi informatici di cui è dotata l’auto.

Ne frattempo la Toyota ha sospeso i suoi test di veicoli a guida automatica in tutti gli Stati Uniti. La motivazione non riguarda dubbi sulla tecnologia in fase di sviluppo, tanto che i test della casa nipponica stanno proseguendo in Giappone. Piuttosto fonti aziendali hanno fatto riferimento allo stato emozionale dei test driver americani, che in questo periodo potrebbero non essere sufficientemente tranquilli per continuare a svolgere il loro lavoro. Il tutto in attesa dei risultati ufficiali dell’inchiesta.

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