4 ore di gara interrotte solo dai rifornimenti, 200 km. Il tutto su una Pit Bike con motore da 200 cc. Il vulcanico Federico Natali ha fatto anche questa esperienza, al fianco di piloti blasonati e di giovani scapestrati che con le Pit vanno come missili. Pilota e direttore sportivo del team che porta il nome della trasmissione televisiva di SKY AutomotoTV, Sfida da Bar, Federico ci racconta in prima persona un’esperienza che lo ha entusiasmato (Nell’immagine d’apertura Francesco Grillandini – foto Nivolafoto di Francesco Bruciamonti)
Ruote da 12″ e motore da soli 200 cc, ma con le pit bike si va fortissimo, come racconta Federico Natali
Il giorno della verità è arrivato! Siamo sul Circuito Tazio Nuvolari a Pavia, per la prima tappa del Campionato Mobster Series 2018, il challenge riservato alle Pit Bike. Ebbene si, mi occupo anche di queste, perché sono il direttore sportivo dello Sfida da Bar Racing Team. Ma… ma… il calendario prevede la prima e l’ultima prova in versione Endurance. E io, in virtù dei miei trascorsi nel Mondiale di duraa, sarò in gara! Solo per queste due prove, perché nelle altre gare più brevi, quelle in stile time attack, lascerò il manubrio nelle mani di piloti più giovani e più performanti sul giro secco.
La gara si annuncia combattuta. Oltre a me sono stati invitati al debutto di questo Campionato altri piloti provenienti dal Mondiale Endurance. Ci sono i miei due ex compagni di squadra, Niccolò Rosso e Andrea Boscoscuro, quest’anno impegnati nella R1 Cup. E poi Luca Scassa e Michael Mazzina, appena rientrati dalla 24 Ore di Le Mans.
3 piloti, 3 moto, 4 ore di gara. Avevo già previsto di far girare il più possibile i miei due compagni di squadra: Francesco Grillandini, con un passato di gare sugli scooter, e Tommaso Ceragioli, esperto pilota della categoria Pit Bike. Entrambi sono molto più giovani del sottoscritto, e li avevo selezionati appositamente.
La mattina della gara però, durante il briefing iniziale, la direzione ha deciso un cambiamento radicale del regolamento: tutti i piloti di ciascun equipaggio dovranno correre l’intera gara, e la classifica finale sarà calcolata sommando i punti di ognuno.
Una notizia shock per me: dovrò farmi 4 ore di gara. Subito è arrivata anche una seconda brutta notizia: viene comunicato che gli equipaggi saranno formati da due piloti. Nel nostro caso quindi, la coppia Grillandini-Ceragioli era già a posto, mentre io mi sarei trovato a correre da solo, sperando di arrivare il più avanti possibile, perché non avrei avuto i punti del compagno di squadra da sommare.
Il personale al box era completato dal… papà di Federico!
Ore 10. Iniziano le due ore di prove libere. Dentro tutti, tranne me. Proprio un bell’inizio. La mia moto, nuova immacolata, non si avvia. Si smanetta un po’ il carburatore, cambiamo il getto del massimo, e finalmente entro anch’io. È dal 2008 che non corro in questa categoria, devo riprendere le misure. La sensibilità di risposta della Pit è sconvolgente. Pensi di staccare ed entrare, e lei lo ha già fatto. Tempo! Ho bisogno di resettare tutti i miei riferimenti, rientro ai box e mi fermo a ragionare. Vado a curiosare sullo schermo dei tempi. Imbarazzante: sono penultimo a 15 secondi dai primi!!!
La gara di oggi sarà divisa anche per categorie, 160 e 190 di cilindrata. I primi classificati hanno tutti la 160. Nomi sconosciuti rispetto ai piloti esperti citati poco fa. Semplicemente, sono ragazzi (e una ragazza in particolare), che vanno forte sulla Pit Bike e stanno letteralmente facendo il vuoto dietro. Do un’occhiata ai miei due piloti, ora divenuti miei avversari, visto che corro da solo. Vanno forte anche loro, sono entrambi nella top ten su 22 partecipanti.
Rientro in pista, pensando che devo darmi una svegliata. Prendo qualche scia, ma… niente non riesco a starci. Aspetto un gruppetto per copiare, ma anche così mi vanno via tutti. Non capisco, sembra che la moto fatichi a uscire dalle curve, facendomi perdere metri su metri ogni volta. Rientro ai box più confuso di prima, vado dal mio meccanico e… scopro di avere il rapporto finale lungo! Che salame, presa la moto nuova, non ho pensato a niente e sono entrato. Si cambia la corona e rientro, ma manca pochissimo alla fine delle prove. Faccio due giri, tolgo 5 secondi dal mio tempo, ma partirò comunque penultimo.
La partenza è prevista per le 13.30 e come per tutte le Endurance che si rispettino, si partirà con le moto a spina di pesce lungo il muretto dei box, tenute in piedi dal meccanico con il motore acceso. Si parte correndo a piedi, si salta in sella, prima dentro, anzi in su (come in tutte le pit bike) e gas. Partiti!
Me la cavo benino, e alla prima curva ne ho già ripreso qualcuno. Devo bruciare le tappe di adattamento al nuovo rapporto finale, ma so anche che le Pit Bike non sono fatte per percorrere 200 km tutti d’un fiato, quindi modero un po’ l’irruenza dei primi tre giri e mi concentro su un passo stabile ma veloce.
16 giri con un pieno di benzina. Carburante racing ovviamente!
Prima della gara ho fatto i conti della benzina e dei giri da fare prima del pit stop. Il serbatoio ha capienza di 3,5 litri, il circuito misura 2,8 km: 16 giri a disposizione con ogni pieno.
Dopo la prima mezz’ora cominciano le soste ai box. Qualcuno si prende un po’ di pausa per far respirare la moto e riposare un po’. Io però sto bene, e anche la mia Pit, quindi riparto subito… verso la pioggia! Si comincia con qualche goccia sulla visiera, quindi, dopo poco, le prime bandiere di Sant’Andrea, per indicare l’asfalto viscido. Entra la safety car, come da regolamento. Ci tira un paio di giri, ma viene giù il diluvio. Bandiere rosse.
Ai box inizio a preparare le gomme rain, approfittando dei cerchi di uno dei miei piloti, che si deve ritirare a causa della rottura della moto. E non è l’unico, perché tra scivolate e rotture, il numero dei piloti in gara è calato vistosamente. Qualcuno però riesce a riparare i danni e a rientrare, in puro spirito Endurance.
Sono in decima posizione. Quelli che hanno chiesto troppo al motore o a San Brembo, giravano sul passo dell’1.56. Il mio cronometro segna 2.04. Se tengo questo passo senza esagerare arrivo in fondo. Alla fine, un’Endurance si corre anche per vedere la bandiera a scacchi, non solo per vincere!
Decidiamo di attendere che smetta di piovere e di rientrare con gomme da asciutto. Passata la buriana, ci accodiamo dietro la safety car e dopo un paio di giri ci viene ridato il via.
La gara scorre, e continuano le soste ai box, quattro di media per tutti i piloti. Così, tra sorpassi e qualche sportellata, finalmente vediamo sventolare la bandiera a scacchi.
200 km in sella a una Pit Bike non li ho avevo mai fatti! E non importa su che mezzo si corra: quando si fa una gara di durata è sempre un’emozione unica finire!
E arrivano buone notizie. Grazie al mio passo medio, veloce ma costante, sono risalito fino alla 6ª piazza in classifica generale, partendo penultimo dalla griglia.
La vittoria è andata al duo espertissimo Scassa-Mazzina, che ha portato in fondo entrambe le moto. Il secondo e il terzo equipaggio classificato, però, sono piloti rimasti da soli a rappresentare la loro squadra. E così… lo Sfida da Bar Racing Team, all’esordio, è salito sul podio in terza piazza con Francesco Grillandini. E io accanto a lui, come direttore sportivo.
Gran bella esperienza! Un evento ben organizzato, con tutta la passione di Cristian Bin, di YCF Italia, che ha messo a disposizione molte delle Pit Bike in gara in questa prima prova della Mobster series 2018. Ci siamo stati anche noi, con la nostra trasmissione televisiva, Sfida da Bar, in gara con un team e in TV sul canale 148 Sky AutomotoTV. Un grazie per le riprese a Leonardo Repetto, che per l’intero campionato sarà affiancato dalla splendida voce di Sara Pagliero nel ruolo di inviata ai box.
Prossimo appuntamento il 3 giugno sul Circuito di Busca (CN), per il time attack. Con l’Endurance invece ci si rivede a ottobre.
Federico Natali, a sinistra, premiato come ds del team 3° classificato
Tommaso Ceragioli era l’altro pilota dello Sfida da Bar Team, ma è stato fermato da una rottura meccanica
Piccole ma cattive le Pit Bike. E non manca il doppio scarico!
Poteva mancare il cronometro elettronico che registra tutti i passaggi? E le termocoperte…
Apriamo una finestra sull’Endurance? Si comincia con un’intervista di Federico Natali, che ha corso una 24 ore (Le Mans) e che oggi fa il collaudatore. Poi nel corso della stagione… Ma iniziamo da Federico!
La passione che trasuda da ogni poro è una meraviglia che merita tanto rispetto. Si legge l’essenza delle corse, quella che, seppur in maniera più semplice e limitata, ho avuto la fortuna di provare (semplice e limitata, ma comunque intensa. Le farfalle svolazzanti nella panza quando si arrivava sul tracciato le ricordo bene 😉 In più ‘ste moto sono molto ma molto più belle di quelle della MotoGP. A me lasciano a bocca aperta, hanno un fascino unico e possiedono un’aurea racing sensibilmente più accattivante delle sorelle prototipi (o prototipe?).
Prototipe è bello,piacerebbe alla ex Presidenta della Camera 😉
Sono belle si le moto in configurazione Endurance,hanno accorgimenti particolari per il cambio ruote e pastiglie dei freni per esempio con raccordi rapidi per non perdere pressione e dover rifare lo spurgo Sono belle per i serbatoi maggiorati (24 litri credo,il consumo medio è di meno di 5 litri/km) per i tappi rifornimento rapido che può essere a “caduta” o a pressione,per cui spesso sono anche doppi i fanali,di serie e aggiuntivi danno l’impressione di un mezzo di serie
Sono belle alla fine della gara,sporche e vissute come piacciono a me 😉
Eh, si. Oggi ho sentito due persone, avrei i racconti diretti. Compreso il fatto che Poggiali… è caduto. Lì la vita è frenetica e sto aspettando per capire se questa sera riescono a mandarmi del materiale da pubblicare. Altrimenti direi che si va a domani. Tra l’altro domani sera Giangi sarà lì sul posto.
Allora in attesa dei nostri contributi approfitto del sito amico corsedimoto.com che ci informa della prima giornata di prove con il racconto del bravo ed esperto Alessio Piana
L’omogeneità degli equipaggi di punta, con il conseguente calcolo del tempo medio di ciascuna squadra in virtù dei migliori crono siglati da ciascun pilota, ha proiettato in cima alla graduatoria il Team Kawasaki SRC, in pole provvisoria in 1’37″545 grazie ai tempi di Randy De Puniet (1’37″181), Jeremy Guarnoni (1’37″529) e Mathieu Gines (1’37″925).
LA COSTANZA PAGA – In una qualifica al Circuit Bugatti inusitatamente caratterizzata da elevate temperature (non così distanti dai 30°, quasi 40° dell’asfalto!), viene premiata la costanza di rendimento dello squadrone di Gilles Stafler. Con la Ninja ZX-10RR #11 gommata Pirelli tutti e tre i piloti titolari sono scesi sotto il muro dell’1’38”, per quanto non siano stati i più veloci nel loro stesso gruppo di appartenenza. In virtù del regolamento vigente Kawasaki SRC, in trionfo in 5 delle ultime 8 edizioni disputate della 24 ore della Sarthe, si ritrova così davanti per l’inezia di 58 millesimi (!) rispetto al tempo medio del trio F.C.C. TSR Honda con la vecchia CBR 1000RR Fireblade in configurazione 2016 condotta da Freddy Foray, Alan Techer e Josh Hook. Distacchi contenuti anche per gli altri inseguitori: Tecmas BMW, al top nelle qualifiche del gruppo blu con Julien Da Costa (1’37″013, il più veloce in assoluto oggi) e del gruppo rosso con David Perret (1’37″427), complice un crono abbastanza alto di Camille Hedelin si ritrova terza a 150 millesimi dalla vetta di un soffio davanti a YART Yamaha. La compagine supportata direttamente da Yamaha Factory e Bridgestone primeggia nelle qualifiche del gruppo giallo con Marvin Fritz (1’37″043), ben figura anche con il veterano Broc Parkes (1’37″124), ma paga dazio con il neo-acquisto Takuya Fujita (1’39″360) che di strada ne dovrà percorrere per non far rimpiangere Kohta Nozane…
GMT94 YAMAHA CON CANEPA 6° – Tra gli altri squadroni del FIM EWC il rinnovato Team NRT48, nuova compagine di riferimento BMW Motorrad Motorsport, conquista provvisoriamente il quinto tempo con la S1000RR #48 condotta da Kenny Foray (1’37″283), la stella del BSB e delle road races Peter Hickman (1’38″265) e la velocissima Lucy Glockner (1’38″053) a precedere i Campioni del Mondo in carica di GMT94 Yamaha. Detentori del trofeo della 24 ore, secondo consuetudine per i team gommati Dunlop sono stati risparmiati degli “stickers” senza usufruire di gomme da tempo, ritrovando pertanto il nostro Niccolò Canepa provvisoriamente sesto in equipaggio con David Checa e Mike Di Meglio, quest’ultimo incappato in una scivolata alla Garage Vert. Nessun inconveniente per Suzuki S.E.R.T. con la nuova GSX-R 1000 condotta da Vincent Philippe, Etienne Masson e Gregg Black attualmente settima ritrovando Dominique Meliand al muretto box, tutt’altra vita per le altre due squadre inseguitrici: Honda Endurance Racing (8°) sconta due (!) cadute di Gregory Leblanc nel proprio turno di appartenenza, una scivolata invece per Christian Iddon con la BMW Penz13 classificatasi nona annoverando nel trio titolare anche Michael Laverty e Danny Webb.
CHE LOTTA IN SUPERSTOCK – La grande bagarre del Mondiale Endurance si estende anche alla classe Superstock. Campioni del Mondo in carica, Yamaha Viltais (passata da pneumatici Michelin a Dunlop) si assicura la pole provvisoria, ma in assoluto il più veloce di giornata della categoria è il nostro Kevin Manfredi. Ingaggiato dallo squadrone Kawasaki Louit Moto e reduce dal trionfale weekend nel CIV Supersport a Misano, con la Ninja ZX-10RR #33 gommata Pirelli ha fermato i cronometri sull’1’38″021, pole “personale” del giovedì a Le Mans. Bene, molto bene anche Roberto Rolfo alla prima con la Yamaha Moto Ain viaggiando in 1’38″234, ritrovandosi davanti a tutti nelle qualifiche del gruppo blu. Sempre in “Casa Italia”, il No Limits Motor Team di Moreno Codeluppi inizia la sua tredicesima 24 ore di Le Mans con la GSX-R 1000 #44 attualmente 11° di classe (28° assoluta) con il trio titolare formato da Luca Scassa (1’39″793), Christian Gamarino (1’39″806) e Michael Mazzina (1’41″631). Proseguendo nella trafila delle squadre italiane, il team AvioBike di-e-con Giovanni Baggi affiancato dai fratelli Christian e Federico Napoli più Stefano Fugardi “riserva” si ritrova 17° di classe (35° assoluto) alla prima esperienza di squadra a Le Mans, a seguire lo Special Team Ducati by Z Racing con la Panigale R #57 condotta da Ricardo Saseta, Lionel Ancelin e Jacopo Zizza “riserva” più il rientrante bi-Campione del Mondo Manuel Poggiali, il quale non ha preso parte alle prime qualifiche per una caduta questa mattina nelle libere alla chicane Dunlop
L’aggiornamento di Federico Natali è pubblicato in home. Mi sta inondando di messaggi Whatsapp, perché anche oggi il “suo” Kevin Manfredi sta andando come un missile.
Bettina invece mi ha scritto poco fa che si è trovata nel gruppo che ha fatto la pole per la gara, quello più veloce. E lei… non è rientrata nei tempi. Ora la lasciamo decantare un po’ eh 🙂
Vissuta da dentro con lo spirito giusto diventa un’esperienza extrasensoriale 😉
Per onore di cronaca riporto la classifica finale,me in fondo non è importante,hanno ed abbiamo vinto tutti come ti ho scritto,ad iniziare dal viaggio in moto dall’Inghilterra atttraverso l’Eurotunnel fino a quel nastro di asfalto dove arriva il vento dell’oceano,un oceano di gente sotto tutte le bandiere
L’essenza dell’unità dei popoli sotto l’egida dello sport,della tecnica,della competizione,dell’umanità,e Davide Checa quest’anno ne è stato il portacolori con quel “potete metterla a posto?” Ancora oggi mi si inumidiscono gli occhi,maledetto romanticismo d’epoca ! “Certo che la mettiamo a posto,dovesse essere l’ultima cosa che facciamo !” avrei risposto Ognuno fa il proprio dovere,fa quello che sa al meglio E questa è l’importanza della Squadra,non importa essere fenomeni,anzi non ne esistono fenomeni,o tutti lo sono a modo loro,e dura un anno intero,perchè già alla fine delle 24 ore già si pensa al prossimo anno,si inizia a ricordare le cose da fare meglio,oggi è già domani
Nota a parte per i Francesi che ospitano,nessuno bravo come loro,organizzazione e fauna perfetta,notte e giorno da decenni,sempre sul pezzo
La partenza “stile le mans” non a caso,il rispettoso silenzio surreale dell’attesa prima di sentire 120 suole di stivali,240 pistoni,quasi 4000 valvole in movimento e l’urlo liberatorio pr affrontare il primo degli 843 giri per 3528 chilometri !
Come fanno a resistere 24 ore in questa atmosfera ci si domandava ieri,mi scoppia il cuore solo pensarlo,si che farei anche lo sguattero pur di esserci Poi la notte,le luci,la vera sfida di nervi e muscoli,di cervello e cuore,di vicinanza ancor più selettiva,quasi intima del pubblico con meccanici,piloti e mezzi
Una squadra di centomila persone ha una forza che non immaginiamo,ecco perche’ le tante volte che sono stato a vedere mi sono sentito totalmente partecipe e lo consiglio come esperienza perchè è la sintesi di tanti valori e passioni tutte insieme.
Insomma è andato tutto bene,ed in fondo di chi ha vinto c’importa una sega 😉
Curioso, questa mattina parlavo al telefono con Giangi e gli ho citato proprio il Team Bolliger. Si parlava della scelta di campo di alcuni team privati, di impegnarsi nell’Endurance piuttosto che in un campionato sprint. L’Endurance non è facile per niente, ha sue precise peculiarità, e fatta bene sicuramente costa. Tra l’altro, negli anni la prestazione è salita anche nell’Endurance e non è che vadano tanto tanto piano quelli della 24 ore.
Bolliger me lo ricordo quando ero ragazzino, e guardavo le foto degli articoli sull’Endurance. Vincevano tutto Leon e Chemarin (ti ricordi Franco?), ma Bolliger era sempre lì.
Ecco, sarebbe interessante capire perché alcuni team, molti francesi, ma anche tedeschi, lo svizzero Bolliger, e non so chi altro, da tanto tempo hanno scelto l’Endurance.
“L’ambiente, l’atmosfera, entrambi unici. Credevo di rivivere le prime gare degli anni ’90, con tutta quella gente nel paddock, dove le hospitality si mischiano ai camper; il calore provato era il contrario del freddo distacco degli altri campionati. Il paddock dell’Endurance è 1000 volte meglio e la gara è una favola”.
E poi, la notte…
Quello che immaginavo
Nell’endurance non esistono muri divisori o conflitti interni, perché si sta tutti sulla stessa barca e l’unione fa la forza”.
Nota curiosa
“nell’ultimo tratto di pista molti tifosi grigliavano la carne, di giorno e di notte; bè, il profumo arrivava sino in pista ed io avevo una fame…(ride)”.
“Incredibile; l’orologio della pista che fa il conto alla rovescia, i commissari che preparano le bandiere, gli staff delle squadre che si avvicinano al muretto dei box… il pubblico applaude ogni classificato e l’adrenalina sale alle stelle, in una esperienza davvero unica. Quando mi hanno detto che la 24 Ore mi sarebbe piaciuta, ora posso dirlo: è molto stancante ma… la rifarei subito!”
Gamarino
Qualcuno ha mai sentito dire “pelle d’oca ad un pilota ?
Sulla linea di partenza, con gli aerei che sfrecciavano in cielo ed il pubblico che cantava in coro la marsigliese, mi è venuta la pelle d’oca. vedere tutta quella gente è stato incredibile. La 24 Ore è una corsa della madonna”.
Sei mesi e si ricomincia dalla classica delle classiche sul Bugatti del 1966 con la 1000 km del ’69 per poi arrivare alla 24H del ’78!
Con 71 € d’ingresso si fa tutto e se non sono cambiate le cose,in autostrada le moto non pagano
Spettacolo per Pasqua ! (20/21 Aprile la gara,tutta la settimana precedente le prove)
Ci sono i #44 del No Limits di Moreno Codeluppi e tanti altri,uno tra tutti #8 Hanspeter Bolliger ininterrottamente presente da 25 anni sia alla 24H che al bol D’or,un mito !
Quando leggo di “promoter agreement” con network televisivi mi tremano le vene dei polsi
Se c’è un evento dove conta solo esserci fisicamente questo è l’endurance motoristico,in televisone è come baciarsi da dietro ad un vetro (versione pudica) 😉
Eurosport comunque ha evidentemente dei buoni ritorni dall’Endurance. In Francia la guardano parecchio, che io sappia. Per me è un po’ un calcio nel pallottoliere, perché è una specialità che può essere raccontata solo con telecamere che vivono dentro la gara, dentro i box, dentro lo spettacolo vero. Se mi fai vedere la pista e le curve torno subito alla MotoGP, dove si capisce cosa succede e chi vince
Dal sito corsedimoto direttamente dalla penna di Alessio Piana :
Una 24 ore di Le Mans che si è decisa negli ultimi 7 minuti di gara, con le prerogative di sempre dell’Endurance: ecco perché il FIM EWC emoziona sempre più 23 aprile 2019 – 11:13 Il campionato dei pensionati, il cimitero degli elefanti, una specialità noiosa, poco coinvolgente e per nulla votata allo spettacolo. Per anni del Mondiale Endurance si è detto tutto questo. Spesso da parte di chi non conosceva peculiarità e prerogative della specialità, lasciandosi andare a valutazioni basate su luoghi comuni e ben pochi elementi oggettivi. L’ennesima smentita di questa tesi di pensiero trova nell’edizione 2019 della 24 ore motociclistica di Le Mans la sua più (bella) rappresentazione. Una maratona Endurance risoltasi soltanto nel finale e, di fatto, a 7 minuti dal termine. Sorpassi, pathos, tensione ed emozione. Tutto questo si è vissuto nel weekend pasquale sul circuito della Sarthe, per una 24 ore entrata già di diritto nella storia.
“We Love Endurance” non è soltanto il claim scelto dal promoter Eurosport Events per celebrare il rinnovo decennale con la FIM ufficializzato venerdì scorso. A tutti gli effetti è il sentimento che provano tutti gli attori protagonisti delle corse di durata, ma anche e soprattutto il pubblico al loro seguito. La 24 Heures Motos 2019 rientra tra le gare destinate a segnare un’epoca, ribadendo la crescita esponenziale sotto tutti gli aspetti del FIM EWC. L’Endurance si è evoluto, diventando da gare “di resistenza” ad effettive gare sprint articolate sulla distanza di 8 o 24 ore. Le Mans è la miglior rappresentazione in tal senso, con il fattore umano che ha fatto la differenza.
La vittoria più sofferta, ma anche la più bella. Il Team Kawasaki SRC di 24 ore ne ha vinte a bizzeffe nell’ultimo decennio, ma doveva riscattare una serie di battute a vuoto registratesi nell’ultimo periodo. Al Bol d’Or, non più tardi dello scorso mese di settembre, un problema tecnico aveva precluso loro una vittoria che sembrava già in saccoccia. In quella circostanza Jeremy Guarnoni si era lasciato andare a lacrime di disperazione per l’obiettivo sfumato sul più bello. Trascorsi 7 mesi, le sue lacrime sono di gioia per una prestazione-capolavoro. “Il giorno più bello della mia vita“, ha ammesso Jey, con tutte le ragioni di questo mondo. Quando nell’ultimo stint recuperi (quasi) 20 secondi sul leader, sei autore di una prestazione da antologia. Oltretutto con specifiche Pirelli a disposizione di tutti i team, confermando il suo perfetto affiatamento con il pacchetto tecnico a sua disposizione che gli ha permesso di affermarsi quale nuovo “capitano” dello squadrone diretto da Gilles Stafler.
Nell’ultimo stint Guarnoni doveva recuperare quasi 20 secondi da Hernandez, fuggitivo con Honda Endurance Racing, ma con l’incognita legata ai consumi. La squadra di Honda Motor Europe puntava ad effettuare 2 soste (!) in meno rispetto alla concorrenza. Alla fine, forse per un errore di calcolo, ha persino dovuto compiere uno splash-and-go all’ultimo giro, ma non prima di subire il sorpasso da Guarnoni. Una rimonta resa possibile dal passo formidabile dell’originario di Tolosa, ad un certo punto messa in discussione dall’ingresso della Safety Car. Poteva concludersi la gara sotto regime di neutralizzazione, vanificando un finale pirotecnico dove Jey ha portato a termine la “remuntada”, celebrando con Kawasaki SRC, Pirelli ed i suoi compagni di squadra David Checa ed Erwan Nigon un successo storico
classifica finale
1 TEAM SRC KAWASAKI FRANCE Kawasaki 1 EWC 839 24:00:54.139 2 Honda Endurance Racing Honda 2 EWC 839 24:01:54.689 3 Suzuki Endurance Racing Team Suzuki 3 EWC 838 24:01:08.610 4 WEPOL Racing Yamaha 4 EWC 828 24:00:56.861 11 Lp. 5 Bolliger Team Switzerland Kawasaki 5 EWC 827 24:02:19.550 12 Lp. 6 3ART- MOTO TEAM 95 Yamaha 6 EWC 822 24:02:36.039 17 Lp. 7 MOTORS EVENTS Suzuki 1 SST DIT 821 24:01:11.430 18 Lp. 8 National Motos Honda 7 EWC 821 24:02:05.048 18 Lp. 9 MOTO AIN Yamaha 2 SST DIT 818 24:01:17.039 21 Lp. 10 Team 33 Coyote Louit Moto Kawasaki 3 SST 816 24:01:15.537 23 Lp 11 FANY GASTRO BMW MOTORRAD- by ME… BMW 8 EWC 812 24:01:09.587 27 Lp. 12 Wójcik Racing Team Yamaha 9 EWC DIT 808 24:01:12.871 31 Lp. 13 Junior Team LMS Suzuki Suzuki 4 SST 808 24:01:36.144 31 Lp. 14 OG MOTORSPORT BY SARAZIN Yamaha 5 SST DIT 807 24:02:23.814 32 Lp. 15 Motobox Kremer Racing #65 Yamaha 10 EWC 806 24:02:23.008 33 Lp. 16 AM Moto Racing Competition Kawasaki 6 SST DIT 804 24:02:15.823 35 Lp. 17 BMRT 3D MACCIO RACING Kawasaki 7 SST DIT 802 24:02:12.350 37 Lp. 18 PITLANE ENDURANCE Yamaha 8 SST DIT 801 24:01:14.322 38 Lp. 19 VRD IGOL PIERRET EXPERIENCES Yamaha 11 EWC 799 24:02:27.147 40 Lp. 20 Slider Endurance Yamaha 9 SST DIT 792 24:02:38.950 47 Lp. 21 ITeM 17 Kawasaki 1 EXP 783 24:01:24.305 56 Lp. 22 FGN RACING Yamaha 10 SST DIT 780 24:01:30.634 59 Lp. 23 Falcon Racing Rennes Motos Yamaha 11 SST 778 24:01:04.674 61 Lp. 24 Dunlop Motors Events Suzuki 12 SST 776 24:01:03.743 63 Lp. 25 Team LRP Poland BMW 12 EWC 775 24:02:00.586 64 Lp. 26 Team 18 Sapeurs Pompiers Kawasaki 13 SST DIT 765 24:01:59.115 74 Lp. 27 WEBIKE TATI TEAM TRICKSTAR Kawasaki 13 EWC 765 24:02:26.846 74 Lp. 28 Glazik Moto – Sport Passion Endurance Suzuki 14 EWC 760 24:01:29.971 79 Lp 29 SEIGNEUR MOTORSPORT RACING BMW 14 SST DIT 757 24:02:15.687 82 Lp. 30 GIRLS RACING TEAM Yamaha 15 SST DIT 753 24:01:04.113 86 Lp 31 Mana-au compétition soutient la Ligue contre … Suzuki 16 SST DIT 747 24:01:07.160 92 Lp. 32 MACO RACING Team Yamaha 15 EWC 745 24:02:34.971 94 Lp. 33 LCR ENDURANCE Yamaha 17 SST DIT 744 24:01:15.281 95 Lp 34 MOTOSTAND ENDURANCE Kawasaki 18 SST DIT 740 24:01:57.795 99 Lp. 35 F.C.C. TSR Honda France Honda 16 EWC 739 24:02:35.461 100 Lp. 36 TEAM 202 Yamaha 19 SST DIT 720 24:01:58.762 119 Lp. 37 METISS Metiss 2 EXP DIT 666 24:02:03.727 173 Lp.
Arrivate anche le Girls racing team, Jolanda Van Westrenen, Mélodie Coignard, Mélissa Paris et Amandine Creusot.
I Francesi hanno una marcia in più anche tra le donne nel settore Endurance
Ci siamo,a sorpresa si parte subito per il Campionato 2020,il 14 Dicembre debutta la Ducati ufficiale affidata all’esperto team ERC per la 8 ore di Sepang
LE PAROLE DI PAOLO CIABATTI “Il Team ERC Endurance potrà contare sul supporto di Ducati e Ducati Corse con la presenza di ingegneri elettronici ad ogni gara“, ha amesso Paolo Ciabatti. “La moto correrà con specifiche tecniche del Mondiale Superbike, preparata in Ducati Corse dai meccanici del Team ERC con il supporto dei nostri ingegneri.“
Sesta casa rappresentata al Mondiale più mondiale del mondo 😉
Sai Franco che questa storia della Ducati mi intriga? Sarà la prova del nove di un’affidabilità e di una costanza di prestazioni raggiunte. Già hanno intervalli chilometrici fra i più lunghi per le manutenzioni delle moto stradali. Ora vediamo come se la caveranno nell’Endurance.
1 Yamaha Sepang Racing MORBIDELLI FrancoSYAHRIN VAN DER MARK Yamaha 2 F.C.C. TSR Honda France HOOK Josh * FORAY Freddy DI MEGLIO Mike Honda 3 YART – YAMAHA PARKES Broc FRITZ Marvin CANEPA Niccolò Yamaha 4 BMW MOTORRAD WORLD ENDURANCE TEAM MYKHALCHYK REITERBERGER FORAY BMW 5 VRD IGOL PIERRET EXPERIENCES ALT Florian * MARINO Florian SIMEON Xavier Yamaha 6 WEBIKE SRC KAWASAKI FRANCE GUARNONI Jérémy NIGON Erwan CHECA David Kawasaki 7 Team ERC Endurance JEŽEK Ondrej * DE PUNIET Randy ROSSI Louis Ducati 8 Wójcik Racing Team REA Gino * BERGMAN Christoffer MAURIN Axel Yamaha 9 Honda Asia-Dream Racing with SHOWA ZAIDI IZDIHAR CHANTRA Honda 10 BMW Sepang Racing KAMARUZAMAN Azlan * NORRODIN Adam DA COSTA Julien BMW 11 Suzuki Endurance Racing Team PHILIPPE Vincent * MASSON Etienne BLACK Gregg Suzuki 12 TONE RT SYNCEDGE 4413 BMW HOSHINO Tomoya * ATSUMI Kokoro ISHIZUKA Takeshi BMW 13 MOTO AIN ROLFO Roberto * MULHAUSER Robin CLERE Hugo Yamaha 2 SST 14 TECMAS BMW GMC HEDELIN Camille * MASBOU Alexis PERRET David BMW 15 SUZUKI JEG – KAGAYAMA LEBLANC Grégory * URAMOTO Naomichi TSUDA Takuya Suzuki 16 MACO RACING Team STEINMAYR Philipp ELLISON James HANIKA Karel Yamaha 17 Bolliger Team Switzerland STAMM SUCHET WALRAVEN Kawasaki 18 National Motos DEBISE Valentin * OKUBO Hikari Honda 19 GERT56 by GS YUASA KERSCHBAUMER Stefan GLÖCKNER BIJSTERBOSCH BMW 20 MOTORS EVENTS WESTMORELAND James * LINFOOT Dan NIGON Johan Suzuki 21 TATI TEAM BEAUJOLAIS RACING TECHER Alan * DENIS Kevin ENJOLRAS Julien Kawasaki 22 Team 33 Coyote Louit Moto BOULOM GAMARINO MANFREDI Kawasaki 23 No Limits Motor Team SCASSA Luca * KEMMER Christopher VITALI Luca Suzuki 24 Team Aviobike BAGGI Giovanni * BOSCOSCURO Andrea ROSSO Niccolò Yamaha 25 BMRT 3D MAXXESS NEVERS LOISEAU Anthony * HARDT Jonathan PILOT Julien Kawasaki 26 3ART- MOTO TEAM 95 LUSSIANA Matthieu * BERCHET Morgan PLANCASSAGNE Alex Yamaha 27 KRP SANYOKOUGYOU & will raise RS-ITOH YANAGAWA Akira ITO Kazuki IZUTSU Hitoyasu Kawasaki 28 Team R2CL KONNO Yoshihiro * SELLER Clinton MORAIS Sheridan Suzuki 29 TEAM PLUSONE SEKIGUCHI Taro * SAKAI Daisaku NAGOE Kousuke BMW 30 Rac 41 ANTIGA Guillaume * TESSELS Wayne BONNOT Maxime Honda 31 TEAM HANSHIN RIDING SCHOOL SANO Katsuto * OKAMURA Mitsunori Kawasaki 32 MOTOTECH EWC TEAM FASTRÉ Grégory * BUCHNER Marc GODFREY Benjamin Yamaha 33 Team LRP Poland VINCON Dominik * BÜHN Jan LEWANDOWSKI Bartlomi… BMW 34 PITLANE ENDURANCE PELLIZOTTI Maxim * GRANZOTTO Clément DE LA ROSA Gino Yamaha 35 Team Kodama KODAMA Yuta * TOKUDOME Kazuki Yamaha 36 HRT 100 – Hertrampf Racing Endurance NEKVASIL Marco BOS Bobby FRIEDRICH Arnaud Ducati 37 Bertl K. Racing Team THÖNI Nico * VALTONEN Ville WALCHHÜTTER Lukas BMW 38 Wójcik Racing Team 2 SZKOPEK Marek PASEK Adrian BIESIEKIRSKI Piotr * Yamaha 39 OG MOTORSPORT BY SARAZIN CHARPIN Mathieu * DIGUET Julien HUGOT Jonathan Yamaha 40 Motobox Kremer Racing #65 DEHAYE Geoffroy * STRÖHLEIN Stefan ORTIZ Gregory Yamaha 41 Yamashina Kawasaki Racing Auto Race SHINJO Masahiro NAKAMURA Shuichiro MATSUMOTO Masayuki Kawasaki 42 ENERGIE ENDURANCE 91 NAPOLI Christian * NAPOLI Federico PEŠEK Karel Kawasaki 43 AM Moto Racing Competition STOLL Clément * SARRABAYROUSE Alex BUISSON Dylan Kawasaki 44 JMA MOTOS ACTION BIKE CRONIER Nicolas * CORNUT Billy GUCCIARDI Maxime Suzuki 45 TransMapRacing with ACE CAFE OOISHI Masahiko * HIRANO Luna KRISHNAN Rajini Suzuki 46 TEAM SUGAI RACING JAPAN SUGAI Yoshiyuki * BYRNE Paul BURKE Benjamin Aprilia 47 Extéria KSPCS Racing Team by EKO JUDA Dominik * NOVOSEL Renato KOVÁCS Bálint Suzuki 48 British Endurance Racing Team RAILTON Jonathan * BLACKSHAW John EDWARDS James Suzuki 49 T.MOTOKIDS icu Takada I.W NAC SANYO OKUDA Takaya YOSHIDA Kazunori FUKUYAMA Kyota * Yamaha 50 TEAM 202 CREUSOT Amandine * WANG CHANG Johan PARRET Florent Yamaha 51 PACHI HKM SPEED RACING BADRUL HISAM Muhamma MHD AZMI Amirul Hafiq AHMAD SHAMSUL NIZA… BMW
Sembra impossibile ma dal 1912 è la prima volta che si corre senza pubblico e dal 1966 senza giapponesi a Le Mans
L’emergenza COVID-19 è tutt’altro che superata, anche in ambienti Endurance. La 24 ore di Le Mans si disputerà “a porte chiuse“, pertanto senza pubblico, oltretutto con limitazioni nel numero di personale per le squadre ai nastri di partenza. Non solo: le ripercussioni della pandemia Coronavirus hanno di fatto bloccato tecnici e meccanici originari del Giappone, loro malgrado costretti a saltare questa trasferta. Le restrizioni dei voli aerei, oltre che per evitare rischi di contagio, hanno obbligato diverse realtà a dover fare di necessità virtù per Le Mans e, presumibilmente, anche per il Bol d’Or in programma tre settimane più tardi.
Ah già,SERT, acronimo del team ufficiale Suzuki,ha vinto il mondiale dopo 4 anni di digiuno da quel giorno del 2016 e dal 2019 quando ormai vincitrice,a 5 minuti dal termine ruppe il motore a Suzuka
Ma Suzuki in endurance è come ferrari in F1,c’è sempre stata da 40 anni,la prima prova dell’EWC del 1980 vinta da un equipaggio privato
2020 Estoril,dopo la rivoluzione interna si ricomincia da dove eravamo partiti
Vincere è difficile, ripetersi lo è ancora di più“. Lo sa bene Damien Saulnier ed è già al lavoro per questo. Intanto, il 17-18 aprile prossimi alla 24 ore di Le Mans che aprirà la stagione 2021, la GSX-R 1000 della SERT tornerà a sfoggiare il #1 sul cupolino…
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