Autovelox selvaggi – 1: Conoscerli per evitarli
Una guida a puntate per imparare a difendersi dai Velox piazzati ad arte per fare cassa. Si comincia con un primo capitolo dedicato a conoscere le varie tipologie di misuratori di velocità e il loro uso
Quante volte vi siete arrabbiati per un Velox piazzato ad arte su una strada dove c’era un limite di velocità incomprensibilmente basso? 60 km/h dove si potrebbero tranquillamente tenere gli 80-90.

I limiti di velocità vanno rispettati, ma dovrebbero essere quelli stabiliti dal Codice della Strada, e solo in pochi casi si dovrebbero imporre limiti inferiori per motivi di sicurezza. Invece sulle nostre strade i 90 km/h stabiliti dal Codice per le vie extraurbane secondarie e locali non esistono più. Per non parlare dei 110 sulle strade extraurbane principali. Ovunque si trovano cartelli che impongono una velocità massima di 60-70 km/h. Anche su strade con carreggiate molto larghe, che non rendono istintivo andare tanto piano.
E non si può rispettare un limite dove tutti vanno molto più forte, soprattutto in moto. Perché si rischia di essere investiti.
La questione degli Autovelox selvaggi nasce in questo contesto. Perché non mancano quelli piazzati appositamente nei tratti con limiti bassi. Magari anche a tradimento, nascondendoli. In barba alla legge, secondo la quale le postazioni di controllo dovrebbero essere visibili e segnalate. Ma quando ti arriva una multa a casa dopo due mesi, come fai a ricordarti e a contestare la mancata segnalazione della postazione?
Gli Autovelox, che dovrebbero essere uno strumento di prevenzione degli incidenti, si sono trasformati in uno strumento per fare cassa circa 25 anni fa, quando molte amministrazioni locali si sono trovate in crisi economica. È stato allora che sono proliferati controlli a tradimento, con limiti bassi e macchinette nascoste. Una situazione paradossale, che il mondo politico a cercato di risolvere in maniera altrettanto discutibile: stabilendo che le postazioni di velocità debbono essere presegnalate e ben visibili, pena la nullità dei verbali.
La legge 120 del 2010, l’ultima vera modifica del Codice della Strada, ha stabilito anche che tutte le amministrazioni che gestiscono strade, debbono rendere conto dei proventi raccolti dalle multe e della loro utilizzazione, con una relazione da presentare annualmente ai ministeri dei Trasporti e degli Interni. Proventi che, almeno per il loro 50%, dovrebbero essere reinvestiti in opere e progetti di sicurezza stradale. Sono passati 10 anni e sapete quanti comuni presentano quella relazione? 300 su 8.000. il 3,75%.
Sulla materia era atteso un decreto del Ministero dei Trasporti, come chiesto da una risoluzione approvata all’unanimità dalla Commissione Trasporti della Camera il 30 aprile scorso. Entro il 31 maggio 2019 il Governo avrebbe dovuto presentare questo decreto, per spingere le amministrazioni a una superiore trasparenza sull’uso dei proventi delle multe e per indicare con maggior precisione dove e come usare gli strumenti per il controllo della velocità. Purtroppo il decreto non ha visto la luce, né con il Governo precedente né con l’attuale.
Quindi, anche se la legge 120 è riuscita a mitigare i comportamenti più vergognosi di alcune piccole amministrazioni, stabilendo che i proventi delle multe vanno divisi al 50% fra l’ente che gestisce la strada e quello che ne è proprietario, rimane la tendenza a usare il Velox più per fare cassa che non come reale strumento di sicurezza stradale. Lo usano così un po’ tutte le amministrazioni, per rispettare i loro obiettivi di bilancio, con un modo facile per fare multe in poco tempo. Ma lo fanno a volte anche alcuni distaccamenti di corpi nazionali. Perché bisogna pur dimostrare che si lavora e che si è produttivi, no?

Quali tipi di Velox sulle nostre strade?
Il più diffuso è l’Autovelox, quel sistema che tutti conosciamo, basato su una barra orizzontale con due fotocellule agli estremi. I veicoli ci passano davanti e un processore calcola la velocità sulla base del tempo di passaggio da una fotocellula all’altra. L’Autovelox viene utilizzato nelle postazioni fisse, quelle che vediamo negli appositi contenitori ai lati delle strade extraurbane e, solo in pochissimi casi, delle strade urbane di scorrimento.
Poi ci sono i sistemi laser, utilizzati con le pistole, che l’agente può puntare contro i veicoli in avvicinamento. La maggior parte di esse emettono uno scontrino, alcune producono anche una foto o un breve filmato in alta definizione (Trucam), sul quale appaiono in sovrimpressione i dati per la multa. Dai filmati in alta definizione gli agenti possono rilevare anche il mancato uso della cintura di sicurezza o quello dello smartphone.
Sistemi laser vengono oggi utilizzati anche per postazioni fisse, che possono fotografare i veicoli sia da davanti che da dietro; eventualmente anche dall’altro lato della strada.
Non mancano i sistemi dotati di telecamera e montati a bordo delle auto della Polizia, gli Scout Speed. In questo caso l’auto segue il veicolo da multare, riprendendolo e calcolando la sua velocità, che viene sovrimpressa sul filmato.


Da ultimo il Tutor, che calcola la velocità media dei veicoli nei tratti autostradali. Il sistema è stato recentemente rinnovato, perché erano insorti problemi di titolarità di brevetto del software, e oggi è attivo solo su alcuni tratti autostradali, indicati sul sito della Polizia Stradale.
La maggior parte dei Velox funzionano regolarmente sia di giorno che di notte, ricorrendo a ottiche a infrarossi o a flash.
C’è da dire di un’ultima tipologia: i finti Velox. Ci riferiamo a quelle scatole azzurre o arancioni posizionate a lato delle strade; magari con una luce intermittente sopra.
Nella maggior parte dei casi si tratta di contenitori in plastica non stagni e non blindati; quindi nessuna amministrazione ci metterebbe mai dentro un’apparecchiatura del costo di decine di migliaia di euro.
Vengono usati come dissuasori, ma il Codice della Strada non prevede tale tipologia di infrastruttura stradale (Ministero dei Trasporti Parere 4295 del 24/7/2012). Insomma, non potrebbero essere nemmeno installati a bordo strada, a meno di essere realmente utilizzati per contenere un Velox!
E allora? Allora a parte pochissimi casi, quelle scatole possono lavorare con un Velox dentro se al loro fianco c’è un agente di polizia che sovrintende il controllo su strada. Diversamente servirebbe un decreto prefettizio che autorizzasse una postazione fissa; ma allora siamo al caso di una postazione fissa, e alla necessità di una struttura blindata, perché gli Autovelox costano cari!
Nella prossima puntata vedremo i casi nei quali i controlli su strada sono legittimi o meno
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