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Assicurazione per i veicoli da competizione: pericolo (quasi) scampato

Si allontana lo spettro dell’assicurazione obbligatoria per i veicoli da competizione. Una risoluzione della Commissione Per il Mercato Interno (IMCO) del Parlamento Europeo raccomanda infatti di ripristinare la separazione fra veicoli che circolano su strade aperte al traffico e veicoli che circolano su strade chiuse



Ne avevamo parlato lo scorso anno (L’UE inciampa sull’assicurazione obbligatoria per i mezzi da corsa), dando notizia che nel maggio 2018 la Commissione Europea aveva proposto una revisione della Direttiva Assicurazione Veicoli (MID). Lo scopo – apprezzabile – era di rafforzare le norme sull’assicurazione dei veicoli e di migliorare la protezione delle vittime di incidenti automobilistici. Nella sua proposta legislativa la Commissione Europea aveva proposto di chiarire il campo di applicazione della direttiva sulla base della recente giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea.

Ed ecco sorgere il problema: ne è scaturita la proposta di includere gli sport motoristici nel campo di applicazione della direttiva, senza operare una distinzione vitale tra la circolazione su strade aperte al traffico e strade chiuse (o circuiti).

Una coalizione di organizzazioni guidata dalla Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA), alla quale hanno aderito anche l’Associazione Europea dei Costruttori di Motocicli (ACEM), la Federazione Motociclistica Internazionale (FIM) e l’Associazione Europea dell’Industria dei Veicoli Fuoristrada (ATVEA), aveva allora espresso preoccupazione e una vibrata protesta per tale proposta.

Ora arriva la notizia che i membri della Commissione per il Mercato Interno (IMCO) del Parlamento Europeo hanno adottato una risoluzione in cui si raccomanda di escludere “i veicoli destinati esclusivamente agli sport motoristici” dal campo di applicazione della direttiva, “poiché tali veicoli sono generalmente coperti da altre forme di assicurazione di responsabilità civile e non sono soggetti all’assicurazione obbligatoria degli autoveicoli quando sono utilizzati esclusivamente per una competizione“.

La relazione ha inoltre chiarito la necessità di tracciare una linea di demarcazione tra le situazioni “nel traffico” e “non-traffico” nell’ambito di applicazione della direttiva. Il che potrebbe preludere a una soluzione definitiva del nodo aperto dalla sentenza n° 80 del 4 settembre 2018, secondo la quale tutti i veicoli immatricolati dovrebbero essere coperti da assicurazione, anche se non utilizzati e non parcheggiati sulla pubblica via. A riguardo ci sono pareri discordanti, ma forse abbiamo trovato la soluzione e a brevissimo ne scriveremo!

Tornando alla notizia odierna, il segretario generale dell’ACEM, Antonio Perlot, ha ringraziato la relatrice Dita Charanzová per aver compreso le preoccupazioni del mondo motoristico. “L’industria motociclistica europea – ha scritto Perlot – invita ora i membri del Parlamento europeo a sostenere la decisione adottata dalla commissione IMCO durante la prossima sessione plenaria del Parlamento europeo, che si terrà il 13 febbraio 2019 a Strasburgo. Un approccio analogo dovrebbe essere seguito dal Consiglio dell’UE durante i prossimi negoziati del trilogo che si svolgeranno nel corso del 2019“.

Home Forum Davvero il Codice della Strada vale anche in pista?

Visualizzazione 3 filoni di risposte
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    • #4209
      Mastic
      Amministratore del forum

      [Aggiornamento del 4 giugno 2018: l’UE inciampa sull’assicurazione obbligatoria per le moto da competizione]

      In certi casi si!
      Nel mio articolo è esposta una sentenza della Corte di Cassazione Penale che si è espressa su un incidente avvenuto in pista fra due amatori che partecipavano a un turno di prove libere; la cosiddetta circolazione turistica. L’investitore è stato condannato perché…
      E non è la prima sentenza di questo tenore. Insomma, assicurarsi per girare in pista è sempre più un’esigenza imprescindibile. Tutte le indicazioni nel mio articolo

    • #4212
      Anto
      Moderatore

      Vabbè…nel caso del tuo articolo però se il tamponato aveva avuto problemi dopo essere transitato dalla corsia del box procedeva piano e avesse voluto (forse) fare il giro completo per rientrare, quindi mantenendosi sul lato destro della pista e procedendo a bassa velocità non era molto di intralcio, è altresi vero che in determinati punti del circuito il suo procedere a bassa velocità avrebbe comportato un ostacolo non visibile immediatamente da chi sopraggiunge a cannone 🙂

      In questo caso non dovrebbero esserci i commissari di gara che indicano un ostacolo in pista?
      E perchè non gli è stato ordinato di accostare fuori dalla pista proprio per non creare pericolo?
      E’ un po ambigua come cosa perchè alla fine possono avere ragione tutti come aver torto

    • #4257
      Mastic
      Amministratore del forum

      In pista ci sono delle regole che confliggono a volte con il Codice della Strada.
      A parte il limite di velocità, che non c’è, esiste il concetto di traiettoria ottimale, che esula dal tenere la destra. Ed esiste il concetto che tutti fanno la stessa cosa in un determinato punto del tracciato.
      Quindi, in pista è vietato fare ciò che gli altri non si aspettano. E non segnalare comportamenti inattesi.

    • #9347
      Mastic
      Amministratore del forum

      La Commissione Europea ha messo in pubblica consultazione una proposta di modifica dell’ordinamento assicurativo europeo che rischia di rendere obbligatoria l’assicurazione RCA per i mezzi da competizione.
      In realtà, personalmente, non credo che la cosa potrà essere un grosso problema, ma per il momento si stanno levando voci molto allarmate.
      QUI il mio articolo

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