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[perdonate la digressione molto off-topic]
Lunedì 9 gennaio in Giappone è morto il maestro Iwao Yoshioka.
Nel mondo del Karate credo di poter dire che era e resterà una leggenda.
Nel mondo mio era il mio maestro giapponese.Se ne va un pezzo importante della mia vita.
Mi ritornano in mente mille episodi vissuti assieme al maestro. Le risate, tantissime risate. Le cene interminabili, sempre in ristoranti aperti fino all’alba. Le botte, ma anche i suoi complimenti amari ma pieni di rispetto quando combattendo ho lasciato a terra senza fiato suo figlio, il mio amico Yoshitaka.
La sua dolcezza. Contrariamente a ciò che dice chi non lo ha conosciuto, il maestro Yoshioka era un uomo tanto forte che poteva permettersi di essere debole. Era dolce.
Ricordo il campionato mondiale di Karate Point del 2000, quando sono uscito al primo incontro, molto ingloriosamente. Mi sono accovacciato a terra disperato. Dopo un po’ ho sentito una mano che mi carezzava la testa. Era il maestro. Non aveva bisogno di parlare lui. Mi carezzava e basta.L’ho visto a quattro zampe sul tatami giocare a fare il cane con mia figlia, lui che guardava tutti dall’alto in basso, pure se era piccolino. E mi ricordo due volte, nelle quali mi ha preso, mi ha guardato negli occhi, e mi ha detto: “maestro vuole bene, tu ricorda”.
Non lo vedevo da molto tempo. E mi dispiace da matti. Così come mi dispiace non avere qui con me neanche una foto insieme a lui, delle mille scattate in tanti anni, tutte in qualche scatola di ricordi nell’altra casa.
Lui che mi ha dato la mia prima cintura nera, con scritto Riccardo in giapponese. Quella cintura che da allora ho portato sempre, senza mai cambiarla, anche se ormai è consumatissima.
È proprio una serata strana maestro Iwao. Mi ricordo la tua videochiamata su Facebook, per invitarmi a cena prima che ripartissi per il Giappone. È una serata nella quale penso di non esserti mai venuto a trovare a Kumamoto, dove pure mi avevi detto che mi avresti ospitato.
A volte si è leggeri nella vita. Si lascia passare il tempo. Ci si allontana. Poi le cose finiscono bruscamente, come adesso. E ci si accorge che resta un grande vuoto. Perché tu c’eri sempre, anche se non ci vedevamo e sentivamo.
Ciao maestro, cercando la perfezione hai fatto molto del bene.
Per chi volesse vederlo, a parte cercare il maestro Iwao Yoshioka su Google o su Youtube, pubblico qui un video trovato in rete, con lui e il mio maestro più diretto, Fabio Tomei, impegnati in una dimostrazione.
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